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Dario Argento al Giffoni: “Il cinema italiano? Profondo Rosso…”

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Tuoni e lampi accolgono il maestro dell’horror Dario Argento al suo arrivo al Giffoni Film Festival, in un’atmosfera degna di ‘Profondo Rosso’. Il regista ci scherza su quando un lampo provoca un breve black out durante l’incontro con i giurati. E quello che dice sul cinema italiano non è meno horror dei suoi film: “È in pessime condizioni, ci vorrebbero due giorni per dire tutto quello che non va“.

“È tutto il sistema cinema che non va – ha detto ai giurati prima, e alla stampa poi – ci vuole più attenzione da parte delle istituzioni. I tagli influiscono in maniera catastrofica e non vedo via di uscita.

Il cinema italiano, inoltre, – ha proseguito l’autore di ‘Profondo Rosso’ – si è appiattito su modelli televisivi e su una commedia all’italiana che spesso è mediocre”.

Tuttavia Argento vede il suo futuro ancora in Italia con la messa in scena del Macbeth di Verdi e un progetto cinematografico di cui non svela i contorni. “Il mio Macbeth sarà molto personale, con qualcosa di originale e con molto sangue. Ma non andrei mai in America, un posto mitizzato dove spesso il tenore di vita è molto misero. E poi non mi piace il cibo americano”. Di cosa ho paura oggi? “Del quotidiano, di quello che succede, e di altre paure più profonde e segrete che non svelo”.

I ragazzi gli chiedono se crede nel Demonio. “Credo – risponde – nella letteratura sul Demonio, ma quando ho incontrato le streghe di mezza Europa ho visto che sono tutte chiacchiere”. Si parla del cinema degli altri: “Apprezzo quello messicano e gli horror orientali dove vedo molte cose mie. Ma qualcosa di buono c’é anche in Francia, dove fanno dei film bizzarri”.

Gli viene chiesto dei suoi inizi e di com’è nata la passione per il genere horror: “Sicuramente avevo una predisposizione, e da ragazzo leggevo i romanzi di Edgar Allan Poe.

Poi un’estate mio padre, che lavorava nel cinema, mi regalò una tessera per un cinema che d’estate trasmetteva solo horror. Ci andavo tutti i giorni, non immaginando che questa cosa mi avrebbe cambiato la vita. Oggi – conclude – metto in scena il mio lato oscuro, quello che ognuno di noi ha, ma nella vita sono molto diverso”.

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Redazione