Elezioni/ Riflessioni di un disorientato #5

Leggi l'articolo completo

Le speranze si stanno via via riducendo. La bussola non si trova, il disorientato le ha provate quasi tutte. Ha deciso di darsi le ultime due possibilità. La prima è a nord, in mansarda. Là nn c’è ancora stato, può essere che la trovi.

Apre la porta e ci trova subito un testo sacro, aperto alla pagina “Il Vangelo secondo Matteo”. La cosa non è che gli piaccia poi tanto: certo, nessuno di noi fa parte di quei folli che ambiscono al martirio, ma sovrapporre religione e politica è sempre altamente sconsigliato, oltre che di dubbio gusto. Accanto, una copia della Costituzione. Anche a quest’ultima è stato giurato amore eterno, dopo averla considerata carta straccia per decenni: vuol forse dire che nell’arco di cinque anni non si cercherà di modificarla?

Più in là, una spilletta da giacca raffigurante l’effigie di Alberto da Giussano attaccata a una camiciola verde. Roba messa in soffitta, appunto. Ma non cestinata. Messa da parte perché “gli eventi impongono una visione nazionale”. Abbandonati i cori da stadio (o da bar) contro i napoletani, le pubblicazioni su Fb contro i meridionali e gli immigrati (come fossero un’unica entità) e quelle contro l’ex presidente del Consiglio al quale ora ci si è nuovamente lega-ti, in Piazza Duomo si evita accuratamente l’Inno di Mameli e non si scorge un Tricolore che sia uno. Il peccato originale resta tale, nessuno può cancellarlo o ripulirne la lordizia. Insomma, non sentiremo mai i giussanini citare e intonare Toto Cutugno e la sua “Italiano vero”.

Eppure, dopo la spilla, in mansarda è stata stoccata pure la scritta “Nord”, quella che campeggiava nel simbolo. Eliminata dal logo, ma non dai pensieri, seppure reconditi. Anche se il meglio deve ancora venire, ed è la massima espressione del “politainment”, un misto tra politica (o un suo scimmiottamento) e intrattenimento. Si tratta di un gioco che più mi piace lasci su Fb e più possibilità ha di incontrare il candidato a Palazzo Chigi. Puoi vincere un caffè con lui, una telefonata, un colloquio: basta lasciare i mi piace e sperare in un appuntamento o in una chiamata. Ma a cosa siamo arrivati? Io ricordo il Vinci Campione della Ferrero, avevo sette anni e il Napoli aveva appena vinto il secondo Scudetto. Se ci danno la certezza che le due cose arrivano sempre in coppia, siamo pronti a tollerare pure dei ridicoli concorsi. Il tutto, è ovvio, alla faccia di Alberto da Giussano.
Il disorientato, però, non vuole fare raccolte punti, non vuole caffè al di fuori della Campania (sai che schifezza, oltretutto), e pensa che il campionato si possa vincere anche senza i mi piace. Vuole chiarezza. Ma non l’ha trovata neanche al Nord, in mansarda.
“Dov’è la mia bussola?”.

Leggi l'articolo completo
Share
Published by
Domenico Bonaventura