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I giornalisti neo-sindaci nella stanza del potere

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Una vittoria del centrosinista che è una testata al centrodestra. In realtà è più d’una, la testata.

Repubblica, Pubblico e nientemeno che un già capoufficio stampa di Palazzo Chigi ed ex portavoce del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Tre giornalisti ieri eletti sindaci.

È successo in Puglia, al ballottaggio, nelle province Bari e Bat: Paola Natalicchio a Molfetta, Pasquale Cascella a Barletta e Davide Carlucci ad Acquaviva delle Fonti.

“Poggio la penna sul tavolo e mi metto a lavorare per la nuova Molfetta già da questa estate, dobbiamo immaginare un programma di piccoli eventi che attraversi la città fin nelle periferie. Restatemi accanto.”, ha detto appena eletta Paola Natalicchio, 34 anni, sposata, un figlio di 2 anni e la vita a Roma che lascia per tornare nella città natale in modo stanziale.

Con 17.878 molfettesi che hanno dato fiducia al progetto del centrosinistra, corrispondenti al 54% delle preferenze, ha sconfitto Ninni Camporeale, espressione dell’amministrazione uscente, che ha raccolto il 46% (14.690 voti).

La gran festa per le strade del centro che ne è seguita ha dato l’idea, nella prorompente vitalità giovanile e contagiosa catarsi gioiosa, che si trattasse più di una espugnazione che di una vittoria.
A nord, nella Barletta sottratta qualche anno fa alla provincia di Bari e inglobata alla Bat (Barletta-Andria-Trani), stesso entusiasmo per festeggiare il ritorno a casa di un altro figliol prodigo di una operosa comunità: Pasquale Cascella concittadino illustre, consigliere per la comunicazione del Presidente della Repubblica e direttore dell’ufficio stampa del Quirinale, scrive di lui Wikipedia. “Ricominciamo insieme”, ancora una volta con il centrosinistra alla guida della città. Uno slogan profetico il suo: sindaco con il 62,89% dei voti, preferito all’avversario Giovanni Alfarano, candidato del centrodestra, fermo al 37,11% dei consensi.

Un ballottaggio che ha ripetuto il risultato del primo turno, Cascella 17 punti avanti. Impegno urgente: “ricompattare la città, nel suo tessuto sociale e urbano. Una città riunificata dal punto di vista urbano, in quanto abbiamo un territorio diviso dalla ferrovia, ma anche sociale e politico. Non nascondo la crisi interna al centrosinistra ma la gente ha premiato la nostra onestà e la volontà di rimetterci in gioco”. Primo Consiglio al Castello, alla presenza dei cittadini, ha promesso.

Ultimo ma non meno importante Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti, la sua città natale, e giornalista di Repubblica a Milano, dopo gli anni trascorsi nella redazione di Bari. La sua è stata una vittoria netta, con percentuali bulgare. Ha ottenuto 7.289 voti, pari al 63,25%. Il suo avversario, Giacinto Claudio Giorgio, ingegnere, ne ha avuti 4.235. “Sarà un’Acquaviva bellissima”, ha promesso lui, che ha combattuto sotto l’egida dello slogan “Il coraggio di cambiare”, proponendo da subito, in campagna elettorale, “un programma partecipato, frutto dell’elaborazione dei Partiti e dei contributi dei cittadini e delle Associazioni. Resta aperto, come un cervello che impara, ai suggerimenti di coloro che vorranno scriverci o incontrarci”.

La comunicazione d’ora in avanti starà così dall’altra parte della barricata, nelle stanze del potere e con le capacità giuste e gli strumenti operativi necessari a fronteggiare le insidie che verranno tese a Natalicchio, Cascella e Carlucci da tanti ex colleghi. Sarà insomma come andare a suonare a casa del direttore d’orchestra.

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