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La mia missione di restare a Cosenza e raccontare il #Sud

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Mi chiedo spesso, ma soprattutto mi chiedono gli altri, perché ho scelto di restare a Cosenza. Me lo chiedo mentre guido, di fronte ad automobilisti arroganti e incapaci che non rispettano le regole causando incidenti; me lo chiedo quando lavoro e qualcuno, con più conoscenze di me, prende il mio posto; me lo chiedo mentre osservo l’architettura della mia città, i suoi vicoli senza manutenzione, le sue strade fatte a pezzi, le sue case abbandonate da una politica del malaffare che nel tentativo di arricchire i propri interessi personali, ha dimenticato di fare quelli dei cittadini. Me lo chiedo e me lo sono chiesta più volte negli ultimi anni, soprattutto quando, nel rispondere alla più classica delle domande: Cosa vuoi fare da grande?, rispondendo “comunicazione”, vedevo le facce quasi contrite e penose dei miei interlocutori. Neanche avessi mai detto di voler fare la ladra o che so io, la prostituta.  Eppure, nel tempo, ho imparato e capito il motivo di quelle facce contrite.

L’idea, forse errata, forse no, che al Sud di certe professioni non si parli, quasi come se non ne fossimo capaci. Sarà per quella scarsità di opportunità che porta a dimenticare che, oltre agli avvocati e agli ingegneri, esistono ben altre categorie, altrettanto valide, altrettanto importanti, altrettanto meritevoli di opportunità gloriose. Come i giornalisti per esempio. Missionari che per quattro soldi e per amore della verità rischiano spesso di sacrificare la loro vita e la loro famiglia. Di loro, di una delle categorie più complicate che esistano sulla Terra io desidero far parte. E desidero farne parte nella mia città. Dove le opportunità sono poche e per questo diventa più soddisfacente conquistarle. Dove la maggior parte delle persone è disposta a vendersi per una raccomandazione, mentre a me riesce difficile anche chiedere un posto a teatro gratuito per conoscenza.

Qualche settimana fa, con grande sorpresa, ho scoperto di essere stata selezionata per il progetto Restoalsud Academy: un’opportunità, che si rinnova annualmente per cinque o sei anime di belle speranze, dando la possibilità di una formazione digitale completa e totalmente gratuita da mettere a frutto divenendo ambasciatori di buone novelle della propria città. Ho pensato che qualcosa stesse cambiando. Che dopo tanti anni passati a far sacrifici e buttar giù lacrime, fosse il tempo di iniziare a correre. A Scampia, dove tutto ha avuto inizio, ho annusato l’odore del coraggio e della voglia di riscatto. Lì, dove il mondo riconosce solo mafia e delinquenza, c’erano giovani, come  me, che credono nella libertà, nell’onestà e nella possibilità di poter fare. So che da soli non si è mai abbastanza. Ma a volte lo si è molto meno di quanto si possa pensare.

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Published by
Lia Giannini