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Ma quale banda larga veloce. L’Italia è ancora indietro nel digitale

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L’Italia è ancora indietro sulla banda larga veloce, e dovrebbe investire di più in infrastrutture per accelerarne la diffusione. È quanto emerge dal rapporto della Commissione Ue sull’Agenda digitale. Se la banda larga fissa standard ha una diffusione superiore alla media Ue (98,4% contro il 95,5%), l’accesso alla banda larga veloce superiore ai 30 Mbps nel 2012 era disponibile solo per il 14% delle famiglie italiane contro il 53,8% della media Ue.

E anche la diffusione a gennaio 2013 degli abbonamenti alla banda larga fissa rispetto alla popolazione resta lenta, al 22,5% contro il 28,8% della media europea, ed è irrisoria quella della banda larga veloce, appena lo 0,1% rispetto al 14,8% Ue.

Decisamente meglio, invece, per quanto riguarda la broadband mobile: sebbene non ci sia il 4G, nel 2012 il 3G era disponibile per il 96,5% della popolazione, leggermente superiore quindi alla media Ue del 96,3%, con una diffusione del 14,3% a gennaio 2013, ben al di sopra della media europea del 9%.

Resta molto bassa rispetto alla media Ue anche l’uso regolare di internet, appena il 53% contro il 70% degli europei, mentre continua a restare alto il numero di italiani che non ha mai navigato sul web, il 37% contro il 22% dei 27.

La Commissione Ue conclude quindi che “l’Italia dovrebbe favorire ulteriormente gli investimenti in infrastrutture per aumentare la disponibilità della banda larga veloce”.

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Redazione