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Mostre, a Parigi l’inno alla vita degli Etruschi

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La vita quotidiana, la religione, l’architettura, l’arte, la concezione della donna, la scrittura: la storia degli Etruschi, tra le più importanti civiltà del Mediterraneo, tra il IX e il II secolo avanti Cristo, è protagonista di una grande esposizione a Parigi al Museo Maillol dal 18 settembre.

La mostra – dal titolo ‘Etruschi, un inno alla vita‘, sarà aperta fino al 9 febbraio – è organizzata sotto l’alto patronato del Ministero dei Beni e delle Attività culturali con prestiti di grandi musei italiani e stranieri come il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, i Musei Vaticani e i Musei Capitolini a Roma, il Museo archeologico di Firenze e il British Museum di Londra.

“Bisogna smentire il luogo comune secondo cui la civiltà etrusca sia legata al mondo funerario: i diversi aspetti della vita quotidiana di questo popolo e l’organizzazione delle città mostrano come fosse gioiosa e cosmopolita”, spiegano le curatrici, Anna Maria Moretti Sgubini, soprintendente onoraria per i Beni Archeologici dell’Etruria meridionanele, e Francesca Boitani, direttrice onoraria del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, a margine della conferenza stampa di presentazione all’Istituto italiano di cultura di Parigi.

Attraverso 250 opere, tra anfore, gioielli, sculture, calici, urne funerarie, sarcofagi, la mostra, punta i riflettori sull’architettura, il vivere quotidiano, il banchetto, la casa, il tempio, gli ornamenti, l’importanza della della donna e il rapporto con l’Oriente.

Lo scopo, spiegano le curatrici, è fare conoscere in Francia alcuni aspetti inediti di “una cultura che ha avuto un ruolo di primo piano tra le civiltà del Mediterraneo e anche promuovere il territorio straordinario dove questa cultura si è sviluppata, l’Etruria, poco noto ai più e che soffre della vicinanza di Roma”.

Il percorso espositivo è cronologico e presenta le diverse realtà urbane etrusche: l’architettura dei templi a Veio, la scultura in pietra a Vulci, gli ori a Cerveteri, la pittura a Tarquinia, la terra cotta di Orvieto, le varie espressioni artistiche di Chiusi, Populonia, Perugia e Volterra.

“La selezione delle opere – osservano le curatrici – è stata fatta non con una funzione estetica ma per il loro significato e produzione nel tempo: i pezzi in mostra devono catturare il visitatore aiutandolo a seguire la storia di una civiltà”. Tra i pezzi forti della mostra la Statua di donna (590-580 avanti Cristo) prestata dal British Museum, l’affibiaglio d’oro (fermaglio che veniva utilizzato per fermare sulla spalla il mantello) di Preneste del Museo di Villa Giulia, l’urna d’argento che proviene dal Museo archeologico di Firenze, il frammento di una statua raffigurante un personaggio maschile con il cappello del VI secolo avanti Cristo dall’Antiquarium di Poggio Civitate a Murlo.

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