Borghi del Sud: la lucana Pietrapertosa e la sua “Arabata”

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Il suo nome, letteralmente “Pietra perciata” fa riferimento alla grande massa rocciosa, sfondata, che si staglia all’ingresso del paese. Nel tempo fu chiamata Pietrapertosa e oggi è considerato uno dei borghi più belli d’Italia.

Il territorio si sviluppa in Basilicata, nella provincia di Potenza, a 1088 metri sul livello del mare, e conta circa 1200 abitanti. La sua storia risale all’VIII secolo a.C. Con molta probabilità, il primo insediamento fu dovuto ai Pelasgi, che costruirono le loro case nella parte bassa, quella successiva ai Greci che arrivarono nella parte più interna. Nel III secolo a.C., con la conquista romana, la curtis di Pietrapertosa entra a far parte della III Regio.

Dopo le tumultuose invasioni barbariche, nel 1269, nel periodo angioino il feudo di Pietrapertosa passa di signore in signore fino alla sua cessione ai Gozzuti e ai Grappini. Per ultima giunge nelle mani di casa Carafa. Moti contadini e carbonari e terremoti minano ulteriormente la stabilità del borgo fino a quando nei primi anni del ‘900 il paese subisce lo spopolamento causato dall’emigrazione verso gli Stati Uniti.

Se le vicende storiche di Pietrapertosa sono piuttosto frastagliate, altrettanto di piò dire anche della natura del territorio. Il borgo si sviluppa infatti alla fine di ripidi tornanti e rocce inclinate e aguzze che si trovano all’interno del Parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane.

Non particolarmente ricca è invece dal punto di vista degli edifici civili, mentre di pregio è l’accostamento di vecchie case signorili a casette a uno o due piani. Ciò che la rende certamente speciale è invece il quartiere arabo che da lontano appare come una colata lavica di casette bianche.

Le due strutture storiche più importanti sono la Chiesa matrice e il Convento francescano. Il castello è invece ormai ridotto a rudere, mentre il borgo presenta inoltre diverse cappelle che testimoniano i sentimenti religiosi di questa società contadina: quelle della Madonna del Rosario, di San Rocco, del Purgatorio e il piccolo edificio di mattoni rossi di San Cataldo.

L’artigianato di Pietrapertosa resiste ancora a stento grazie a qualche intagliatore che produce prodotti in legno mentre dal punto di vista culinario piatti tipici sono la rafanata (sorta di frittata a base di uova, rafano e formaggio), le castagne, la cuccìa per Santa Lucia. Di pregio anche gli insaccati di maiale, l’agnello arrostito alla brace e le verdure selvatiche.

Fonte e foto: Borghipiubelliditalia.it 

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Published by
Rosalia Bonfardino