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“Mi riscatto per Palermo”, i detenuti alla cura del verde

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PALERMO (ITALPRESS) – Il reinserimento del detenuto nel tessuto sociale passa attraverso lavori di pubblica utilità, specialmente quando riguardano un elemento centrale di Palermo come la cura del verde: in tal senso il Comune ha firmato, insieme al Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap), ai vertici ReSet e alle direzioni dei carceri Ucciardone e Pagliarelli (guidati rispettivamente da Fabio Prestopino e Francesca Vazzana) il protocollo ‘Mi riscatto per Palermò, che coinvolge i detenuti delle due case circondariali in mansioni socialmente utili.

Nei primi tempi saranno in venti a essere coinvolti negli impieghi previsti dal progetto, ma il numero è destinato a salire nei prossimi mesi: ulteriore obiettivo del Comune è cercare di coinvolgere altre aziende attraverso l’attuazione di tavoli tecnici, dopo aver assegnato a ReSet il ruolo di capofila. I lavori, non retribuiti, verranno assegnati a quanti avranno superato una preselezione basata sulle abilità lavorative pregresse, sul tempo già trascorso dietro le sbarre o sulla condotta tenuta: in un secondo momento è possibile che si proceda su base volontaria.

“Si tratta di un progetto che coniuga due aspetti importanti: impegno sociale del detenuto e contributo verso la città – spiega il sindaco Roberto Lagalla, – E’ un modo per recuperare queste persone come cittadini e testimoniare il loro impegno per la cura del verde in tutte le sue forme: ville antiche, alberi storici, aiuole spartitraffico”. Secondo Antonella Tirrito, assessore alla Sicurezza e principale firmataria del protocollo, un’ulteriore priorità è “abbassare la soglia della recidiva per chi commette reati, che al momento staziona sul 70%. Vogliamo favorire il reinserimento sociale e lavorativo di questi soggetti, con la consapevolezza che attraverso l’impegno per Palermo sentiranno un primo distacco dalla dimensione detentiva e che questo inciderà sulle loro emozioni”.

La prima parte dei lavori si svolgerà nei pressi dei carceri Ucciardone e Pagliarelli. Per il primo, spiega il direttore dei servizi ReSet Antonio Pensabene, “la zona coinvolta è quella che va dalla statua di Antonino Caponnetto al monumento ai caduti di mafia a piazza XIII Vittime, due luoghi simbolo della nostra città; per il Pagliarelli ci concentreremo sul perimetro della casa circondariale. Il compito di ReSet sarà guidare queste persone nei lavori da svolgere, così da dividere le mansioni quasi a metà”. L’urgenza di intervenire in questa direzione è data, secondo il rappresentante del Dap Vincenzo Lo Cascio, dal fatto che “spesso tra questi soggetti l’abitudine al lavoro manca e alle spalle hanno storie di sfortune. In tal senso cerchiamo di migliorare non solo la loro vita, ma anche la sicurezza pubblica: in più assumere un soggetto svantaggiato agevola anche dal punto di vista fiscale”.

– foto: xd8/Italpress

(ITALPRESS)

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Redazione
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