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Ma io, Pino Aprile, non mi candido

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Come altro lo devo dire?

Ogni volta che si avvicinano elezioni, i furbi che non si fanno fregare da quello che dico, i bene informati che hanno saputo da un amico del cugino della cognata…, cominciano a diffondere “la notizia” della mia candidatura.

È falsa, raga’. Non ho accettato candidature da centrodestra, da centrosinistra, da liste indipendenti, né segreterie o presidenze di partiti o movimenti. Nemmeno quella che, con un affetto e una stima che non potrò mai ripagare, mi fu proposta da una trentina di associazioni e movimenti meridionalisti riunitisi a Bari.

Come si diceva una volta: frequento tutti, non sono di nessuno, conservando la libertà di dissentire o condividere, senza essere sospettato (almeno dovrebbe essere così) di appartenenze.

Il mio compito, come ho più volte spiegato, ritengo sia quello di osservare, studiare, riferire.

Per questo sono andato e vado alcune assemblee di Unione Mediterraea e di MO!, ho partecipato a un paio di congressi del Partito del Sud di Antonio Ciano, alle riunioni dell’Associazione dei neoborbonici; a molte iniziative dei Meridionalisti Democratici, dei 5stelle, a quelle del Movimento per l’Autonomia siciliana, all’incontro durante il quale nacquero i Forconi, a conferenze con esponenti del Pd e del Centrodestra; ho persino preso parte a dibattiti con leghisti come Tosi, da Verona a Reggio Calabria.

Lo faccio, perché non ritengo che ci sia chi ha ragione sempre e, con l’onestà di cui sono capace (ma gira voce che sia fallibile anch’io), cerco di capire cosa c’è di buono e dove si rischia di perdere tempo o addirittura farsi del male. E lo faccio, perché ritengo che l’idea dell’equità non appartiene agli schieramenti (anche se alcuni sono più sensibili di altri, al tema, per la loro storia politica), ma agli uomini. E gli onesti sono ovunque.

E la cosa migliore per chi è vittima di iniquità, disuguaglianza, non è raggruppare i giusti in una sola formazione (però servono anche questi tentativi, certo; eccome se servono), ma diffondere notizie sulle disuguaglianze e sui vantaggi dell’uguaglianza, per tutti. Poi, ognuno spenda questa consapevolezza da destra, da centro, da sinistra, da casa o dal bar, secondo il suo sentire politico.

Quindi, si nun s’è capito: NON MI CANDIDO, NON MI CANDIDO, NON MI CANDIDO. Mi fate la cortesia, ve lo chiedo come favore: non chiedetemelo più.

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Pino Aprile