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Bando per produrre Dpi, in Sicilia l’istanza si presenta a mano o con raccomandata

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  • Per il bando dell’Irfis prevista la presentazione a mano o con raccomandata
  • Sostegno a chi produce dispositivi di protezione anti-Covid
  • A rischio la salute di tanti professionisti che si dovranno mettere in fila

Ebbene si, succede anche questo. Nella torrida estate Palermitana, ecco che spunta, in sordina, il tanto atteso Bando Regionale per stimolare o ristorare quelle aziende che intendono investire o hanno investito per produrre Dispositivi per la Protezione Individuale. Le oramai tristemente note mascherine.

Una misura che origina dalla “Finanziaria di guerra” del 2020 e che, nelle intenzioni del legislatore, doveva stimolare la crescita di una filiera dei dispositivi di protezione tutta made in Sicily. Insomma una buona norma pensata nell’esclusivo interesse del cittadino siciliano.

Presentazione a mano o con raccomandata

Ma, come spesso accade in questa terra disgraziata, se il tema è pienamente condivisibile, lo “svolgimento” non lo è altrettanto.

Leggendo infatti il bando pubblicato ad agosto sul sito dell’Irfis, soggetto al quale la Regione Siciliana ha affidato in gestione le somme destinate dalla norma, c’è da rimanere a bocca aperta.

L’art. 6 stabilisce infatti che le istanze, valutate in ordine cronologico di presentazione, devono essere presentate o con Raccomandata AR o A MANO.

Si, avete letto bene. Nel 2021, in piena fase pandemica, si consegna a mano oppure si va a fare la fila alla Posta per inviare la raccomandata.

Nessuna mail, nessuna Pec, nessun invio telematico. Solo la presenza fisica, tutti ammassati a fare a gara a chi consegna prima.

Valutazione a sportello

Perché l’ulteriore aggravante è la modalità di valutazione delle domande: l’oramai arci nota procedura a sportello ovvero chi tardi arriva male alloggia.

Com’è facile prevedere, giorno 30 agosto mattina, parecchi professionisti si ritroveranno in fila insieme ad altre persone, in attesa dell’apertura della sede dell’Istituto… con tanto di mascherina sperando di non incrociare nessun positivo a sua insaputa.

Al di là delle fortissime perplessità di legittimità che tale modalità genera, quello che amareggia è l’assenza di rispetto per l’utenza, ovvero professionisti ed imprese, costretti a mettere a repentaglio la propria salute per poter presentare un’istanza.

Con la speranza che qualcuno legga facendo trionfare la ragionevolezza…

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Published by
Francesco Paolo Trapani