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10 anni di carcere a chi compra i voti

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Chi scende a patti con la mafia per comprare il voto dei cittadini in cambio di denaro o altra utilità, rischia il carcere da quattro a dieci anni. All’unanimità, superando distanze ideologiche e turbolenze politiche degli ultimi giorni, i partiti danno il primo via libera in commissione Giustizia alla Camera a un giro di vite sul reato di scambio elettorale politico-mafioso. Già lunedì il testo sarà in Aula, per essere votato in tempi rapidi. Ma Pdl e M5S, non del tutto soddisfatti, presenteranno emendamenti.

Un contrasto più efficace all’incrocio tra politica e criminalità organizzata è l’obiettivo che si punta a raggiungere con l’approvazione, già tentata senza successo in precedenti legislature, di una normativa più stringente sullo scambio elettorale. Attualmente, infatti, l’articolo 416-ter punisce (con la reclusione da 7 a 12 anni) soltanto chi “ottiene la promessa di voti” con metodi mafiosi, “in cambio della erogazione di denaro”. Invece, la nuova disciplina prevede che possa essere punito con la reclusione da 4 a 10 anni sia il criminale che procaccia i voti, sia chi “accetta consapevolmente” quel procacciamento. Inoltre, stabilisce che il reato esiste non solo quando si compra un voto con il denaro, ma anche quando viene “erogata altra utilità”. L’accordo sul testo arriva al termine di una discussione dai toni a tratti aspri tra i rappresentanti della maggioranza in commissione Giustizia.

Si temeva non si riuscissero a conciliare le posizioni del Pd, che è per una disciplina più severa, e quelle del Pdl, preoccupato invece di una formulazione troppo ‘vaga’ del testo: ad esempio il partito di Berlusconi avrebbe voluto che anche ‘l’altra utilità’ fosse economicamente valutabile. E invece il sì è stato unanime.

Un segno di buona politica contro la corruzione”, afferma la presidente della Camera Laura Boldrini.

Che annuncia che il provvedimento sarà in Aula già lunedì. E rende grazie alla mobilitazione dei ‘braccialetti bianchi’ di “Riparte il futuro” e di don Ciotti, cui molti parlamentari hanno aderito e i cui “suggerimenti”, come riconosce il relatore Stefano Dambruoso (Sc), sono stati accolti. “Nei momenti di crisi può crescere l’illegalità, bisogna reagire: oggi lo abbiamo fatto”, esulta la presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti (Pd), che auspica un varo rapido in Aula.

“Il testo è stato reso più tassativo”, si compiace anche il capogruppo Pdl in commissione Enrico Costa, che annuncia però emendamenti in Aula per fare “aggiustamenti”.

Solo parzialmente soddisfatto il Movimento 5 Stelle, che dice di aver votato sì “per spirito di servizio” e per “evitare di dare adito a dubbi” sulla linea di contrasto allo scambio mafioso. Il M5S presenterà in Aula dieci emendamenti, annuncia Andrea Colletti, per inasprire le pene e “allargare la punibilità”, perché il testo attuale – è l’allarme dei 5 Stelle – “rischia di non colpire sempre i politici”.

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Redazione