Categories: Basta

Nella regione della ricostruzione post-sisma il cementificio rischia di chiudere. Ma non lo consentiremo

Leggi l'articolo completo

Ieri mattina, insieme al ministro delle Riforme, Gaetano Quagliarello, ho partecipato all’incontro sulla vertenza Italcementi di Scafa in Abruzzo, chiesto dalle istituzioni locali e dai sindacati.

È stato un tavolo positivo nel quale sono stati definiti i passi da compiere per scongiurare la chiusura dello stabilimento che coinvolge centinaia di lavoratori.

È inaccettabile che in un territorio così esteso e popoloso, soprattutto in presenza del cratere del sisma, in pochi mesi chiuda, dopo quello di Pescara, anche l’impianto di Scafa.

Il tema della crisi dell’edilizia è drammatico, e il governo lo ha messo in primissimo piano nella sua agenda con provvedimenti come lo sbloccacantieri e quelli sull’edilizia sociale e scolastica. Ma il caso Abruzzo è assolutamente diverso e particolare, proprio in virtù della ricostruzione post terremoto che ampiamente compensa il dato negativo della crisi.

Gli impegni assunti con Quagliariello sono di sollecitare i ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico a riconsiderare il caso del cementificio di Scafa nella trattativa in corso sul piano generale Italcementi.

Subito dopo convocheremo i vertici dell’azienda per capire il perché di tale immotivata decisione e per manifestare la nostra ferma volontà, nel caso procedano nell’intenzione di chiudere, di chiedere conto della bonifica del sito sul quale insiste il cementificio e della perdita di valore della Sama. Infatti, l’azienda pubblica, in concessione a Italcementi, nel corso degli anni, avrebbe meritato investimenti e strategie finalizzati ad un mercato, quello dell’asfalto, che oggi offre interessanti prospettive. Nella speranza che l’insieme di tali iniziative spinga Italcementi a riconsiderare l’orientamento fin qui espresso riguardo la chiusura del sito di Scafa.

Leggi l'articolo completo
Share
Published by
Giovanni Legnini