Sei foggiano? Non ti assumo

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C’è da augurarsi che la notizia non sia fondata. Perché, se lo fosse, ci sarebbe veramente di che rabbrividire. In un articolo comparso qualche giorno fa sulle cronache regionali de La Gazzetta del Mezzogiorno, a proposito della paventata chiusura dell’Impianto Equipaggi di Foggia, decisa da Trenitalia, si legge che “in base a quanto trapelato finora, il progetto di riorganizzazione dell’esercizio long haul, non dovrebbe comportare riduzioni di organico, si andrà ad esaurimento.”

E fin qui, si può anche capire. A fronte della pervicace volontà di Trenitalia di smantellare i suoi uffici e i suoi servizi su Foggia, è prioritario difendere i livelli occupazionali.  Quel che non si può accettare è la conseguenza della ipotesi adombrata dalla redazione regionale del quotidiano barese, che più avanti nell’articolo  parla di un protocollo interno di Trenitalia che ne definisce le strategie organizzative, in base al quale il mantenimento dei livelli occupazionali “precluderebbe in futuro ogni possibilità di assunzione in “ferrovia” per i residenti in provincia di Foggia”.

“Secondo fonti sindacali – scrive ancora la Gazzetta – a questo proposito l’intenzione di Trenitalia sarebbe di assumere solo da Roma in su, e di coprire le necessità al Sud mediante trasferimenti.”

I giornalisti del quotidiano barese usano il condizionale a proposito della presunta “preclusione” di Trenitalia verso i foggiani e i dauni, che resterebbero tagliati fuori dalle assunzioni e – lo ripetiamo – c’è da augurarsi che le cose non stiano così, in quanto, se fosse confermato, il protocollo violerebbe un bel po’ di norme sia costituzionali che legislative.

L’azienda ferroviaria è liberissima di “assumere da Roma in su”, ma non può precludere la possibilità di essere assunti a cittadini che risiedono nel Mezzogiorno, e segnatamente in provincia di Foggia. Vale la pena ricordare che Trenitalia è una società pubblica, essendo partecipata al cento per cento da Ferrovie dello Stato Italiane, società di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze, e che deve in quanto tale ottemperare alle norme non solo nazionali, ma anche comunitarie che disciplinano il reclutamento del personale.

Se invece fosse vera la notizia del protocollo interno diffusa da La Gazzetta del Mezzogiorno per i giovani disoccupati di Foggia e della Capitanata verrebbe a chiudersi, per chissà quanto tempo, una delle più antiche e consolidate opportunità occupazionali offerte dal territorio.

Il posto in ferrovia o quello alla cartiera hanno rappresentato lo zoccolo duro del mondo del lavoro industriale a Foggia, ma potrebbe non essere più così. E il peggio è che nessuno ha battuto ciglio alla pubblicazione della notizia sul quotidiano regionale.

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Published by
Geppe Inserra