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“Un’authority per contrastare il voto di scambio”

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“Il Commissariamento di un Comune spesso non basta. Certamente serve ad interrompere il circuito diretto che esiste tra chi tenta di orientare il voto e chi è il risultato di questo condizionamento ma è chiaro che in situazioni come queste, con un condizionamento così grave, il Commissariamento non può bastareSarebbe necessario un meccanismo di vigilanza che consenta un controllo nel tempo“.

Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho rispondendo alle domande della giornalista Raffaella Calandra di Radio24 durante la prima serata della rassegna di Strill.it TabulaRasa 2013, in corso di svolgimento a Reggio Calabria. “Nei territori del sud – ha aggiunto – la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta condizionano fortemente il voto. In questi territori e’ necessario un meccanismo di vigilanza più ampio, che possa agire nel tempo. Non dobbiamo arrivare all’inabilitazione della democrazia, ma sarebbe necessario un organismo statale o prefettizio che controlli anche l’operato degli eletti”.

Sulle banche – ha detto poi Cafiero De Raho – ci vorrebbe una maggiore lente d’ingrandimento. Sono soggetti economici fortissimi eppure la vigilanza nei loro confronti è molto tenue, quasi inesistente. Spesso si adeguano alla normativa antiriciclaggio solo formalmente, ma sostanzialmente riescono a mimetizzare grandi somme di denaro, ad esempio quello proveniente dai flussi del narcotraffico. Ci vorrebbe un controllo serio che tenga effettivamente conto delle anomalie.

A volte direttori di agenzie agevolano i mafiosi consentendo di muovere somme ingenti senza alcuna segnalazione. In caso come questi si contesta il riciclaggio in concorso e qualche volta i soggetti vengono tratti in arresto, ma la banca non risponde mai come dovrebbe.

Se lo Stato vuole combattere davvero il riciclaggio la responsabilità va data all’istituto, non al singolo dipendenteBisogna rendere la banca corresponsabile, con sanzioni anche molto gravi. E’ ciò che avviene negli Stati Uniti dove le banche ricevono sanzioni talmente forti da andare quasi in fallimento”.

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