Un questionario social per i ragazzi di Brancaccio, per capire cosa intendono per legalità nella periferia palermitana

Leggi l'articolo completo

È partito ieri mattina da Brancaccio – dall’istituto tecnico industriale Alessandro Volta – il primo incontro del progetto “Tra ombre e luci. Dall’oppressione della mafia alla libertà di vivere”, che si propone di indagare la percezione che i più giovani hanno di ciò che è legale e di ciò che non lo è, già dalle piccole azioni quotidiane. Tramite QR Code e web, ai ragazzi della scuola di Passaggio dei Picciotti, nella periferia palermitana, è stato distribuito il questionario social che nell’arco di un anno sarà diramato a 200 studenti in dodici scuole, per un totale di oltre 2 mila test. A prendere parte all’incontro, il magistrato Vincenzo Oliveri, ex presidente della Corte d’appello di Palermo e presidente del Consiglio direttivo del Cidma di Corleone, Nadia Speciale di Barbera & Partners, Angela Solaro del Centro Studi Paolo Borsellino, Nadia Arcara e Marcello Barbaro (Cidma) e Anna Gaballo (Link).

Per tutto il corso del progetto, le attività saranno coordinate da cinque partner: l’associazione Concept: Ideare, Progettare, Comunicare, da ente capofila, metterà a disposizione la rete delle scuole e uno staff di psicologhe e pedagogiste; il Centro Studi Borsellino e il Centro Internazionale di Documentazione sulle Mafie e del Movimento Antimafia daranno vita ad una ricerca sulla percezione della mafia tra i giovani siciliani; LINK, Connessioni per lo sviluppo turistico e culturale si occuperà del confronto con il territorio, e Barbera&Partners della comunicazione sociale; il Comune di Corleone ospiterà un convegno, a dimostrazione che il paese, un tempo conosciuto solo come “capitale della mafia”, è diventato ormai un simbolo di riscatto.

“In modo molto opportuno – ha detto Oliveri – si è partiti da Brancaccio, un territorio problematico che ha riempito la storia giudiziaria di decine e decine di omicidi ma che a partire dalla fine degli anni Novanta ha cominciato a voler liberarsi dalla mafia. Questo, grazie a una sequela di collaboratori di giustizia che hanno rotto il muro dell’omertà. Il primo fu Giovanni Drago, il pentito che ha orientato le indagini per l’omicidio di Padre Pino Puglisi. Oggi Brancaccio ha una visione diversa della vita, anche se rimane ancora qualche sacca della delinquenza di un tempo. E’ bene dunque – ha concluso – partire dai ragazzi che devono fare attivamente antimafia, assieme con società civile e magistrati, soprattutto in un quartiere come questo”.

Il secondo incontro si terrà il 3 aprile alle 9.30 al liceo Regina Margherita.

 

Leggi l'articolo completo
Share
Published by
Redazione