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Ecco a voi Sophie Kinsella made in Calabria

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Divertente, piccante, glamour. Perfetto per l’estate, arriva il romanzo d’esordio di una Sophie Kinsella nostrana che si nasconde dietro lo pseudonimo di Lulù Librandi. L’autrice è un avvocato calabrese, classe 1976, che lavora da diversi anni in un importante studio internazionale di Roma ed è allieva della scuola di scrittura ‘Omero’ nei cui laboratori è nato ‘C’ero una volta…’, che esce ora per Fazi editore che lo ha lanciato con una grande festa a Roma.

“È un libro leggero ma non troppo, perché con leggerezza tocca temi importanti come l’insicurezza e l’inserimento di una donna in un contesto estraneo, dove deve faticare il doppio rispetto ad un uomo, ma alla fine la mia protagonista ce la fa” dice la scrittrice-avvocato. Il paragone con Sophie Kinsella “mi imbarazza – spiega – ma è vero che la protagonista di I love shopping è un po’ Lulù: deve superare delle difficoltà e ha le sue insicurezze”.

Costruito attraverso una serie di flashback – con colonna sonora ‘A te’ di Jovanotti e in apertura la citazione di Charlie Brown ‘Non c’è niente che toglie il gusto al burro di noccioline quanto l’amore non corrispostò – il romanzo vede Maria Luigia Librandi, detta Lulù, avvocato come l’autrice del libro, svegliarsi in una clinica senza sapere nulla di sé. Ha perso la memoria in modo piuttosto rocambolesco e l’unico contatto con la realtà passata sembra essere una favolosa borsa: la Birkin in pelle di coccodrillo rosa che trova accanto al suo letto con un biglietto in cui le viene chiesto perdono.

La protagonista è parte di me. Da dodici anni lavoro in uno studio d’affari a Roma e volevo leggere la realtà che mi circonda seguendo la mia vena umoristica. Molte persone dello studio si sono riconosciute nella storia e adesso ci tengono al loro personaggio. All’inizio avevo qualche timore, ma l’hanno presa bene”. Il romanzo, che racconta molti locali glamour di Roma, è anche un omaggio, spiega Lulù Librandi, “alla città eterna che non mi ha discriminata. Anzi, mi da dato tutte le opportunità che cercavo quando sono arrivata dalla Calabria”, sottolinea e rivela che il suo paese d’origine è Rossano, diventato nel libro Punta Alba. In omaggio proprio alla sua terra ha scelto anche il cognome Librandi “molto diffuso in Calabria”, mentre “Lulù – spiega – è il nomignolo che da piccola mi ha dato mia zia. Il mio nome vero è troppo pesante: Maria Assunta Galluccio“.

Sempre avvinghiata alla sua borsa rosa, che troneggia anche nella copertina del libro, Lulù, mentre cerca di ricomporre il puzzle di quello che le è accaduto, sente nella sua mente un affollarsi di domande: “È soddisfatta della propria vita?”, “È stata lei a cercare di voler dimenticare qualcosa?”, “E chi è la donna elegantissima che l’aspetta nel corridoio su tacchi Louboutin implorando di incontrarla?”, finché nulla sarà più come prima. Ad aiutarla a ricostruire il suo passato – dalla partenza giovanissima dalla Calabria verso la capitale, al lavoro nello studio legale – sarà però l’affascinante medico di quarant’anni Andrea Martini. Attraverso una serie di incontri organizzati dal dottore che terrorizzano Lulù, un pezzo alla volta riaffiora l’identità della ragazza e dall’oblio riemergerà anche il rapporto con Alessandro Malaspina da cui Lulù si è sempre sentita attratta.

“Quindi nessuna anticipazione, nessuna facilitazione. Dovrò andare a tentoni nel buio, circondata da sconosciuti che mi scruteranno, esamineranno, commiseran… commiserira… commisereranno!” pensa la ragazza quando le vengono annunciate le visite. “Malaspina è davvero il mio compagno ed è lui che mi ha spinta a scrivere il romanzo. Le prime parti della storia si sono sviluppate intorno a lui. In fondo questo è un romanzo d’amore. Il mistero del libro è proprio su come Andrea Martini diventi Alessandro Malaspina”, racconta la Librandi è anche animatrice della seguitissima sezione Costume del blog Le Meraviglie (www.lemeraviglie.net) e sta pensando a un seguito di ‘C’ero una volta…’. “Magari il pubblico si affeziona a questo personaggio e allora scriverò un sequel” conclude.

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Redazione