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Il tabù del suffragio universale

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La questione di una legittima rappresentanza politica dei deficienti rappresenta il nodo centrale della catastrofe antropologica italiana degli ultimi anni.

Alcuni di recente hanno timidamente avanzato l’ipotesi secondo cui i voti non dovrebbero essere tutti uguali. Che il voto di Leonardo da Vinci e quello di un analfabeta non abbiano lo stesso peso specifico può apparire una tesi classista ed elitaria.

Allora mettiamola così: è giusto che valgano ugualmente il voto di Leonardo da Vinci e quello di chi il proprio consenso se lo vende per una ricarica del telefonino?

Secondo me, no.

Poi si può sempre sostenere che il suffragio universale non si tocca. Che non esiste un sistema migliore della raccolta democratica del consenso. Però magari prima o poi verrà scoperto, un sistema per cui i voti vengano pesati sulla base dell’intelligenza, della cultura e dell’onestà di chi li esprime.

Io, personalmente, non vedo l’ora.

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Published by
Roberto Alajmo