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#toomuchmoney: i soldi facili (non) fanno ridere

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Quali sono le conseguenze di un uso irresponsabile del denaro? Quali i pericoli di una società che promuove il gioco d’azzardo? A queste domande risponde, con tono leggero ma incisivo, lo spettacolo teatrale #toomuchmoney.

Un atto unico, in quattro scene, scritto da Luciano Modica, che affronta l’argomento, pur nella sua delicatezza, anche con situazioni comiche che spingono sul pedale del paradosso. Le scene si susseguono tra loro legate da una fantomatica Agenzia Finanziaria di Prestito al Consumo, “Prestiti Espressi Senza Complessi”. A esibirsi due attori siciliani professionisti, Giancarlo Latina e Giorgia d’Acquisto, davanti a un tavolo verde da gioco. La regia è di Erika Barresi.

Il progetto teatrale è stato immaginato dal coordinamento sud dei soci e delle socie di Banca Etica, Istituto di Credito che fonda la sua mission proprio sull’uso etico e responsabile del denaro, ed è stato prodotto dall’Associazione Culturale Fabula Rasa di Siracusa.

L’idea di messinscena prende spunto dal tema dell’uso irresponsabile del denaro, dall’inclinazione al sovra indebitamento, talvolta motivato da un’attitudine al consumo compulsivo e, sempre più spesso, da patologie legate al gioco d’azzardo nelle sue svariate forme. In un’economia che fa del consumo e della circolazione vorticosa del denaro le sue architravi, il singolo si trova schiacciato dall’esigenza di poter utilizzare quanto più denaro possibile, disancorandolo dal valore che rappresenta, o che dovrebbe rappresentare.

Quando giocare diventa la cosa più importante – si legge nelle note di regia -, anche più della famiglia, del lavoro e dei soldi risparmiati, significa che si è superato il confine tra divertimento e dipendenza, tra abitudine occasionale e malattia. In Italia questa patologia colpisce circa 900.000 persone, ma «il trend è in continua crescita soprattutto a causa del web, dove non solo accedere al gioco d’azzardo è più facile, ma dove è anche più semplice nascondersi agli occhi degli altri» spiega Federico Baranzini, psichiatra e psicoterapeuta, esperto in disturbi di personalità e dipendenze patologiche a Milano.

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Redazione