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All’estero le imprese italiane di costruzioni volano. Ecco i dati

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Con una presenza in quasi 90 Paesi, una crescita del fatturato dell’11,4% nel 2012 e 12 miliardi di nuove commesse, il sistema delle imprese di costruzione italiane consolida la sua presenza sui mercati internazionali.

E’ quanto è emerso dall’ultima indagine conoscitiva elaborata dall’Ance presentata ad ottobre nella sede del Ministero degli Esteri. Se nel 2012 in Italia il settore delle costruzioni ha segnato il punto più basso mai registrato, il mercato estero ha continuato a essere uno sbocco importante per le imprese edili. Il fatturato prodotto all’estero nel 2012 dalle imprese è aumentato dell’11,4%: un dato che acquista ancora più valore se paragonato alla riduzione del 4,2% del giro d’affari realizzato sul mercato interno.

Guardando agli ultimi 8 anni il risultato è significativo. Il fatturato realizzato oltreconfine è triplicato: +200% circa, passando da 2,955 a oltre 8,7 miliardi, con una crescita media del 14,5% ogni anno.

In particolare, dal 2009, per un numero crescente di imprese l’estero ha rappresentato più del 50% del fatturato totale prodotto, a testimonianza del declino del peso del mercato interno.

Una crescita fondamentale riguarda le concessioni: autostrade, ospedali, impianti energetici e acquedotti, dove le imprese italiane hanno creato delle solide partnership con i più grandi player internazionali del settore e con le più importanti istituzioni finanziarie mondiali (fondi e banche d’investimento). Si parla di contratti del valore di 63 miliardi di euro nell’ambito di raggruppamenti internazionali, di cui 11,5 miliardi appannaggio delle imprese italiane.

Nonostante le buone performance registrate, maggiori difficoltà nel 2012 sui mercati esteri sono state riscontrate dalle piccole e medie imprese. Due sono i fattori determinanti: innanzitutto le condizioni del credito fortemente penalizzanti per le imprese di minori dimensioni, ma anche il protrarsi dell’instabilità politica ed economica registrata nei Paesi che sono tra i naturali mercati di sbocco delle Pmi, in particolare i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

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