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Troppo pochi i ragazzi del Sud che studiano all’estero. Ecco i dati

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Riaprono le iscrizioni alle selezioni per studiare all’estero con Intercultura nell’anno scolastico 2015-16. Circa 1.800 sono i posti disponibili per 60 destinazioni in tutto il mondo “per allargare i confini della propria preparazione scolastica ma anche e soprattutto della propria mente” frequentando all’estero il terzo o il quarto anno delle Superiori.

Oltre un migliaio le borse di studio, totali o parziali. In quest’edizione si sono aggiunte due nuove mete: Perù e Bolivia. Per iscriversi è sufficiente frequentare una secondaria di secondo grado ed essere nati tra il 1 luglio 1997 e il 31 agosto 2000.

Intanto, quasi 1.800 adolescenti hanno iniziato proprio questi giorni a trascorrere il loro periodo di studio all’estero, dalla Cina alla Costarica, dal Giappone all’Argentina, dall’Indonesia (la novità di quest’anno) al Sudafrica. Vivranno all’estero per un periodo che varia da poche settimane a un intero anno scolastico, accolti da una famiglia locale come veri e propri figli. Lì frequenteranno una scuola superiore con gli studenti del luogo. Più di 1.300 di questi adolescenti possono fare questa esperienza anche grazie a una borsa di studio, totale o parziale, offerta direttamente da Intercultura o da uno dei numerosi sponsor.

La normativa scolastica italiana regolamenta il riconoscimento degli studi effettuati all’estero ai fini della riammissione nella scuola italiana. Nell’aprile 2013 il MIUR ha pubblicato la nota 843 intitolata “Linee di indirizzo sulla mobilità studentesca internazionale individuale” volta a facilitare le scuole “nell’organizzazione di attività finalizzate a sostenere sia gli studenti italiani partecipanti a soggiorni di studio e formazione all’estero sia gli studenti stranieri ospiti dell’istituto“.

Ma chi sono questi giovani globetrotter? “Sono per lo più – spiega Intercultura – femmine: il 67% rispetto al 33% di maschi. Arrivano da tutta Italia: il 16% dalla Lombardia, l’11% dal Lazio, il 10% dal Veneto, il 9% dal Piemonte e dall’Emilia Romagna, il 6% dalla Sicilia, il 5% dalla Sardegna, dalla Toscana e dalla Campania e giù a scendere. E non mancano, in numero pian piano crescente anno dopo anno anche i giovani studenti delle seconde generazioni di immigrati: quest’anno sono 27 e le loro nazionalità spaziano da quella albanese a quella cinese”.

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Published by
Gioviana Tedeschi