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Pnrr, 100 milioni per il Real Albergo dei Poveri di Napoli

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  • Un edificio enorme, la cui rivalutazione potrebbe attrarre i flussi turistici
  • Diverse le idee proposte, da un mega-museo ad un’Accademia del Sud neoborbonica
  • Soddisfatto de Magistris: “Teniamo fortemente al futuro di Palazzo Fuga”

È un palazzo che ha segnato la storia di Napoli per secoli, ma che aspetta una ristrutturazione da 40 anni. È la storia del Real Albergo dei Poveri di Napoli, una delle opere inserite nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per il suo recupero destinati 100 milioni di euro.

La facciata più lunga d’Europa

Una facciata che supera quella di qualsiasi altro palazzo in Europa con i suoi 400 metri e 103 mila metri quadri di superficie, il Real Albergo dei Poveri (o Palazzo Fuga) di Napoli in realtà non è mai stato ultimato. L’attuale edificio, infatti, è grande un quinto del progetto iniziale. Sarebbe stato rifugio per i poveri di tutto il regno, su volere di Carlo III di Borbone. Nel corso del tempo, da luogo di carità divenne carcere o “Serraglio”, ospitando poi una Scuola di Musica, una per sordi, un centro di rieducazione per minorenni con tribunale annesso, perfino l’Archivio di Stato.

I primi crolli all’interno dell’edificio risalgono al 1929, mentre nel 1980 il terremoto d’Irpinia provocò il crollo di un’ala con la morte di alcune donne. Dal 1999 sono iniziati i lavori per la ristrutturazione del palazzo, che però non sono mai stati ultimati.

Oggi, con l’inserimento del progetto di restauro nel Recovery Fund, il Real Albergo dei Poveri potrebbe diventare un centro di attrazione turistica pari al Louvre.

Un museo di opere mai esposte

Nel Pnrr è stato indicato un progetto di “Valorizzazione e rigenerazione urbana del Real Albergo dei Poveri a Napoli e dell’ambito urbano piazza Carlo III, via Foria, piazza Cavour”. Ma di restaurare e trasformare l’edificio si parla ormai da anni. Già nel 2018, infatti, l’associazione Rinascita Artistica del Mezzogiorno aveva elaborato un progetto.

Secondo l’idea di RAM, Palazzo Fuga potrebbe diventare un museo enorme. I cittadini di Napoli, infatti, per atto notarile possiedono l’intero Tesoro di San Gennaro, costituito da più di 21mila opere di oreficeria regalate da re, regine, imperatori e papi. Una collezione enorme che non è mai stata esposta se non in minima parte. Così come ci sono 500mila reperti del Museo Archeologico Nazionale chiusi negli archivi, e infine mille dipinti del Museo di San Martino.

Il Real Albergo dei Poveri secondo molti è un’opportunità per rivalutare questo patrimonio mai condiviso, oltre che un’architettura iconica. Lo spiega Mara Carfagna, ministro per il Mezzogiorno e la Coesione territoriale: “Rendere visitabile e viva questa meraviglia è un atto doveroso verso la città e la sua storia, ma anche una scelta strategica per lo sviluppo culturale e turistico di Napoli”.

Le altre idee

Altre idee arrivano invece dal Movimento Neoborbonico, che ha proposto l’istituzione di un’“Accademia del Sud”, ovvero “un vero e proprio ‘polo’ di riferimento per una nuova ‘città delle arti’ e nell’unione, com’era nel passato, di produttività, assistenza e formazione”.

Uno dei più grandi esperti in merito all’edificio, Paolo Giordano (professore di Restauro all’università della Campania), ha dichiarato di vedere un futuro per il palazzo anche assenza dei fondi europei. “Ho sempre affermato che, in mancanza di fondi, l’Albergo dei Poveri potesse diventare una sorta di Pompei settecentesco – ha spiegato a Il Riformista – Meglio un rudere visitabile in sicurezza che un edificio storico stravolto da restauri incapaci di coglierne la sua intima natura e sostanza architettonica. Se dovessero arrivare i fondi europei, però, il progetto di una ‘Casa per l’uomo del terzo millennio’ potrebbe unire, finalmente, cultura e produttività sostenibile”.

“Bisogna pensare alla rinascita e alla restituzione alla città di questo complesso straordinario in una molteplicità di funzioni – dichiara a Il Riformista Renata Picone, direttrice della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio – L’albergo, che conserva la suggestione del sogno illuminato di Carlo di Borbone, dispone di una quantità e di una qualità degli spazi che consentono di poter progettare molte attività. Lo spazio esterno potrebbe diventare un polo culturale. Penso al teatro all’aperto, a un luogo di accoglienza dei cittadini. Dovrà essere gestito in modo illuminato. La sua riqualificazione è tra le sfide più importanti per Napoli”.

De Magistris: “L’Albergo dei Poveri bene comune”

Qualche indicazione in più sulle idee dell’amministrazione comunale viene direttamente dal sindaco de Magistris. Sulla sua pagina Facebook ha infatti dichiarato: “Siamo contenti che il Governo abbia mostrato attenzione per il nostro Albergo dei Poveri e sia riuscito ad inserire il progetto del Comune di Napoli tra quelli destinatari del Recovery Plan”.

E continua: “Il nostro progetto prevede un impegno di 150 milioni di euro da investire per interventi di consolidamento, riconfigurazione architettonica e restauro (organizzati in ben 8 lotti). Abbiamo previsto che il Palazzo storico abbia funzioni museali, culturali, sociali, istituzionali e di formazione. L’Albergo dei Poveri è un bene comune dei napoletani ed è per questo che teniamo fortemente al suo futuro. È giusto che quel palazzo meraviglioso riprenda a vivere e diventi finalmente un punto attrattivo e di riferimento per i cittadini e per tutti i visitatori”.

(foto da https://www.fondoambiente.it/luoghi/real-albergo-dei-poveri-o-palazzo-fuga?ldc)

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Published by
Chiara Venuto