La “Notte della Taranta”, un inno alla pace contro ogni forma di paura e terrorismo

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Un inno alla pace, contro ogni forma di paura e di terrorismo. Questo il fil rouge alla base della “Notte della Taranta” il più grande festival di musica popolare italiana e non solo. Dopo il minuto di silenzio mantenuto per omaggiare le vittime di tutti gli attacchi terroristici i sindaci dei 18 comuni salentini che hanno ospitato le tappe del festival e i direttori artistici si sono riversati sul palco, per testimoniare la loro solidarietà e il loro impegno in favore delle vittime.

Toccante il discorso di Sergio Pirozzi, primo cittadino di Amatrice distrutta da un terribile sisma un anno fa, che ha voluto ringraziare quanti si sono prodigati per raccoglie i fondi necessari alla ricostruzione e agli aiuti delle famiglie più bisognose (è stato donato un totale di un milione e 254 mila euro attraverso gli sms solidali).

Da Amatrice il pensiero si è spostato immediatamente a Ischia, a ricordare le due vittime e la terribile esperienza vissuta da quanti, fortunatamente, ce l’hanno fatta. I ricordi si sono fusi e intervallati con lo spettacolo, per allietare ma anche per esorcizzare tutte le brutture che, finora, hanno devastato il mondo.

A seguire sono stati ricordati gli spagnoli, recentemente colpiti da un attentato con 14 morti sulla Ramblas di Barcellona, in favore dei quali la Barcelona gipsy BalKan Orkestra ha interpretato la musica tradizionale dei Balcani, dei gitani e degli ebrei dell’Est Europa con sonorità anche della tradizione klezmer e rom.

Infine il forte messaggio lanciato Dario Solesin, il fratello della ricercatrice Valeria morta nell’attentato al Bataclan, in Francia, e letto dal piccolo Antonio, un bimbo di Melpignano.

Non cancellerete il nostro sorriso. – ha riferito – Siamo tanti e siamo forti. Noi non abbiamo paura e non ci fermeremo. Poi Dario si rivolge ai terroristi – continueremo a cantare, ballare, incontrarci, ridere e arrabbiarci, studiare e viaggiare. Continueremo a vivere il nostro mondo perché il mondo è il nostro Paese”.

Ai discorsi e ai ricordi si sono affiancati gli artisti che hanno voluto supportare con la loro musica quel messaggio di pace universale. Tra loro a esibirsi sul palco anche l’Orchestra Unicef, composta dai percussionisti Abdoulay Sissoko N’Diogou (Senegal), Diabate Toumani (Costa d’Avorio), Ismael Sow (Gambia) e Azad Lucky (Nigeria), dal pianista Joel David (Nigeria), dal trombettista Lamine Drammeh (Gambia) e dal chitarrista Azad Giammaria (Isole Mauritius).

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Redazione