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La cattiva informazione: non succede mai niente se non muore nessuno
18 Giu 2013 08:15

Buongiorno ragazzi, amici, lettori. Mi svegliavo stamattina pensando al cosiddetto criterio di notiziabilità con il quale ci hanno tanto ammorbato tra Università e vari corsi di formazione. Insomma, qualcuno di voi sa dirmi con esattezza e con esempi calzanti cos’è la notiziabilità? Ma soprattutto, nel mondo della controinformazione, qualcuno sa cos’è appetibile e cosa no?

L’altro giorno è stata massacrata di botte una ragazza di 24 anni, a Napoli. Una giovane prostituta è stata picchiata a sangue da un ragazzo quasi suo coetaneo, che poi si è preoccupato di buttare tutto dentro un bel sacco dell’immondizia. La ragazza ora è a rischio, ovviamente, dopo che l’Ultras napoletano l’ha praticamente ridotta in poltiglia per cani randagi. E questa certo, ragazzi miei, che è una super notizia. Cavoli se lo è.

Ma di tutte quelle ragazze che stanno per le strade, di tutte le piccole operaie della notte, sempre a rischio, di queste nessuno ne vuol parlare. E se lo fai, ti dicono che parli sempre delle solite cose. Cose di cui non val la pena parlare, perché tanto sono lì da sempre. Ed è così che andrà per sempre. Conviene a tutti, ai comuni, ai sindaci che così ce l’hanno sempre gratis, ai poliziotti che insomma anche loro fanno pausa ogni tanto. È così che va, contenti loro contenti tutti, e tu mo che vuoi?

Il bello che questo non è solo il pensiero di chista in alto“. La cosa preoccupante è che, sotto sotto, questo è quel che pensano anche quelli che si occupano di controinformazione. Perché Saviano è un grande, ha scritto di Secondigliano, ha trovato il coraggio. Ma tu, povera sognatrice coi piedi per aria, tu pensa a imparare un buon lavoro e a riportare a casa uno stipendio. Perché, quel che pensano davvero, in fondo, ma che non hanno il coraggio di dire è: le femmine o so’ zoccole e so brave. Ognuno nasce a modo suo. A noi ci servono tutte e due. E tu non rompere co ste menate da femminista dei tempi moderni.

Io non sono femminista, non lo sono mai stata. Ma mi incazzo da morire ogni sera, quando le vedo mezze nude sfilare tra gli altari dove trionfa la mediocrità. Mi incazzo da morire ogni volta che si fa finta di niente, che ci si gira dall’altra parte, annullando il fatto che siamo tutti, tutti indistintamente, tutti esseri umani.

Allora, io penso che la controinformazione debba contrastare ancora più in profondità quella che è l’informazione più diffusa, non soltanto andandole contro, ma smascherandola dei suoi falsi idoli. Insomma, tutti a parlare di Napoli, di Scampia, di Secondigliano. Ma possibile che Rancitelli, il regno dell’eroina a Pescara, continui a vivere industarbato da anni ormai. Possibile che nessuno avvii un’inchiesta? Possibile che nessuno si faccia almeno una domanda? E di Silvi, e di Montesilvano? Della prostituzione che serpeggia per le strade come se nulla fosse, dei soldi che scompaiono, degli assessori fasulli, questa non è un possibile campo di approfondimento mediatico? Insomma, tutti che vogliono fare i giornalisti di inchiesta, ma venitevi ad esercitare qui, tra le periferie del centro Italia, qui dove nessuno vuole sporcarsi le mani perché “sono cose di cui non importa a nessuno“.

Potreste controbattere dicendo: ma oggi in Abruzzo, a Silvi, a Rancitelli, non è successo niente, non è morto nessuno. Così è da sempre. Ed è così che potrebbe continuare per sempre. Poi, se succede qualcosa, magari parliamone. Ma mi chiedo: la controinformazione non serve un po’ anche a questo, a smuovere qualcosa a far succedere qualcosa, a sollevare un problema, a smascherare falsi idoli. Insomma, Saviano è stato un grande. Ma di Secondigliano in Italia ce ne sono così tante. E anche se non è di mafia propriamente detta che stiamo parlando, il regime della criminilità organizzata, della criminalità impiantata nei sistemi amministrazione, è qualcosa che in Italia è all’ordine del giorno.

Allora ragazzi, vogliamo un po’ rivedere questi criteri di notiziabilità, vogliamo vedere quel che succede a Rancitelli, quello che succede a Silvi, chi sono questi assessori che fanno scomparire soldi e voglia di vivere agli abitanti dei comuni, vogliamo un po’ aprire gli occhi, innanzitutto, su quel che accade, ogni giorno, di fronte ai nostri occhi.

La notizia è proprio qui, di fronte a noi, va in giro con il viso mascherato. Ma riconoscerla è facile. Una questione di stomaco. Perché quelli che sono lì per fregarci, si riconoscono dall’odore prima che dal colore degli occhi.

René Art Novel.


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