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Non più terra del rimorso ma dell’occasione, ecco come deve cambiare il Sud. Ripartendo da Carlo Levi
30 Ago 2013 17:03

Sono in partenza per Aliano. Il paese di Carlo Levi. Dove don Carlo chiese di esser sepolto. E alle 5 di mattina del sabato sarò in quel cimitero ad ascoltare Andrea Di Consoli recitare poesie davanti alla sua tomba.

È un Cristo risorto quello che vedremo nei prossimi giorni ad Aliano. Merito di Franco Arminio, maestro elementare e paesolgo, uomo della speranza, che ama il Sud e la Lucania e che ha provato le condizioni per poter sperimentare paesologia nel festival “La Luna e i calanchi”.

Merito del sindaco coraggioso nel buttare il cuore oltre la siepe del chiavi in mano e anche del governatore Vito De Filippo che quei calanchi li ha visti dall’altra parte dell’orizzonte nella sua Sant’Arcangelo altro paese dell’epopea leviana.

Venite a vedere e sentire ad Aliano nelle case con gli occhi e nei calanchi antichi quello che accade. Ill programma è di massima. Ma la traccia è interessante per capire come dobbiamo restare a Sud. Essere Mezzogiorno. E la novella piperniana della Ciroma e del Pensiero meridiano che torna a nuova narrazione.

La moltitudine sarà molto sparuta, ma molto significativa. Paesaggi inoperosi vissuti con lentezza. Sentirai la voce di Caterina Pontrandolfo accompagnata da Graziano Accinni e poi la meraviglia di Antonio Infantino il Compay Segundo lucano in una sorta di Buena vista Panevino.

E le lingue dei poeti meridiani perché Arminio si vuole impossessare di Leopardi per sfuggire alle merci e al profitto e alla folle corse del progresso. E come alla Pallacorda si apriranno i Parlamenti dell’Italia interni.

Arriverà Fabrizio Barca per continuare il suo progetto di coesione territoriale, molti inchiostrapagine usciremo dalla nostra solitudine per finalmente parlarci. Perché i meridionali al tempo della crisi vogliono essere parlati e parlare.

Cercheremo il popolo e se il popolo non verrà noi continueremo a cercarlo grazia dalla suggestioni dei calanchi, dei paesi dell’Osso, dell’Italia interna che non vogliamo più dimenticata e colonizzata dai centri del benessere.

Ascolteremo Vito Teti studioso di paesi abbandonati, da Lauria arriverà compare Rocco Papaleo a leggere e narrare i suoi monologhi terroni, ci sarà Mariolina Venezia in questa compagnia da giro che da qualche tempo si raduna per lamie e paesi riguardando il suo Sud.

Si annunciano musiche facoltative, laboratori artigianali illustrati e molti deliri.

Non più terre del rimorso ma dell’occasione. Voleva venire anche il ministro Bray ma l’Imu non ha permesso questa vittoria, speriamo solo rimandata. Viene da lontano questo Festival.

Non è un evento ma una sperimentazione frutto di viaggi e osservazione in piccoli paesi dove il gesto ha ancora valore. Si dichiarerà conflitto al dissuasore militante che sempre tutti e tutto vuole mandare alla malora.

Verrà anche Franco Cassano a vedere il moderno pensiero meridiano. E ti vuoi perdere le canzoni di Canio Lo Guercio e dei suoi compagni di strada.

Ha scritto Franco Arminio sul Manifesto nelle vesti di pifferaio magico paesologo “Molti lo hanno capito che venire ad Aliano non è partecipare a un festival come tanti, è darsi a una nuova militanza civile: la poesia.” Penso possa bastarvi. Ogni rivoluzione ha i suoi poeti. Batti il tuo tempo. Scopri metro e rime di quella del XXI secolo. Ad Aliano. In Lucania. Al Sud. Noi rimaniamo da questa parte.


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