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AlmaviVa, la lettera dei lavoratori ai giornalisti: “Vi lanciamo un grido di allarme”
24 Mar 2016 18:47

Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata da una lavoratrice part-time di AlmavivA, una dei 2.988 lavoratori che, a settembre, saranno ufficialmente licenziati.

Meglio di tante parole, Chiara Filizzola (a nome del “Collettivo lavoratori AlmavivA”), spiega i motivi per cui si è arrivati al dramma economico e sociale di oggi:

 

«Gentilissimi giornalisti,

Questa mia Mail è rivolta a Voi per farvi partecipi di una STRAGE DI LAVORATORI che oggi, 21/03/2016, è stata dichiarata per l’intero settore dei Call Center e in particolare nel sito di Palermo, località, come è possibile immaginare, assolutamente svantaggiata dal punto di vista lavorativo e in cui avere un posto di lavoro, anche Part-Time, è già un miracolo.

L’allarme deriva dalla dichiarazione dell’azienda di aprire lo STATO DI MOBILITÀ PER BEN 2988 LAVORATORI così distribuiti, 1670 A PALERMO, 918 A ROMA E 400 A NAPOLI.

La questione è complessa ma proverò a essere semplice. Da anni si perpetra un CORTOCIRCUITO INTERNO a tutto il settore dei Call Center e quindi non rivolto alla mia sola azienda ma ALL’INTERO SETTORE DEI CALL CENTER IN OUTSOURCING, ovvero quei Call Center che lavorano per conto terzi. Si perché, ATTENZIONE, sappiate che la metà, se non di più, degli operatori che vi rispondono al telefono quasi sempre non sono diretti dipendenti del vostro operatore bensì lavoratori esterni.

Il Cortocircuito si sviluppa in questi termini: Noi siamo lavoratori del comparto TLC (Telecomunicazioni) con tanto di CCNL (Contratto di lavoro Nazionale) STABILITO DALLO STATO CON LE PARTI SOCIALI, questo determina che il mio lavoro non può essere assolutamente pagato MENO di quello stabilito dal Contratto stesso. Purtroppo questo, al momento in cui vengono fatte le gare per assegnare le commesse ai vari Outsorcing, viene INESORABILMENTE DISATTESO, sia da committenti privati sia DALLO STATO STESSO, poiché le gare vengono assegnate col meccanismo del “MASSIMO RIBASSO”, senza alcun vincolo territoriale per i partecipanti alla gara. Questo crea la possibilità ad aziende che DELOCALIZZANO IL LAVORO, avendo operatori in altri stati come la Romania o l’Albania, di gareggiare con prezzi e proposte assolutamente inarrivabili dai Call Center 100% Italiani.

Quindi il punto è questo, LO STATO DICE ALLE AZIENDE, “tu quel lavoratore non lo puoi pagare meno di tanto” però allo stesso tempo DISATTENDE LA PROPRIA LEGGE sacrificando i propri lavoratori italiani in nome del Mercato libero e della propria convenienza, perché ANCHE LO STATO INDICE LE GARE AL MASSIMO RIBASSO non considerando il CCNL e la paga minima del lavoratore italiano. È ovvio che il costo del lavoro dei lavoratori italiani non potrà mai competere con quello dei Lavoratori Rumeni o Albanesi ed È PER QUESTO CHE OGGI NOI PERDIAMO IL POSTO DI LAVORO, NON PERCHÉ NON C’È IL LAVORO, ANZI, MA PERCHÉ NON SIAMO CONVENIENTI e perché il settore è assolutamente deregolamentato.

Anzi per meglio dire le regole ci sarebbero, difatti L’ARTICOLO 24 BIS prevederebbe di dare, a un cliente che chiama un Call Center, la POSSIBILITÀ DI SCEGLIERE, tramite digitazione sul proprio Telefono, SE PARLARE CON UN CONSULENTE ITALIANO O ESTERO. Anche questo semplice articolo è giornalmente trasgredito. Sono state fatte delle ispezioni che hanno rilevato queste irregolarità ma le sanzioni non sono mai arrivate.

Di certo lo Stato non può costringere un’azienda a non avere sedi all’estero ma credetemi quando vi dico che MILIONI DI ITALIANI CON CUI NOI GIORNALMENTE PARLIAMO DOPO UN PRIMO CONTATTO CON OPERATORI ESTERI CHE NON CAPISCONO BENE LA LINGUA SCEGLIEREBBERO DI PARLARE CON UN ITALIANO. Il 24 Bis, se applicato, darebbe semplicemente VOCE AL CONSUMATORE il quale avrebbe diritto a una assistenza consona alle proprie esigenze e automaticamente, in maniera naturale e senza forzature di mercato, il traffico di chiamate verso l’Italia rientrerebbe rendendo necessario un probabile allargamento del bacino di operatori piuttosto che il loro licenziamento.

L’argomento, come vi avevo anticipato, è complesso e sfaccettato e ci sarebbe da parlarne per molto, ma LO STATO DI URGENZA PER CIRCA 3000 FAMIGLIE IN TUTTA ITALIA mi spinge a lanciarvi un grido di allarme.

Come lavoratori di Almaviva vi chiediamo se fosse possibile dedicare dello spazio alla nostra vertenza durante la vostra trasmissione che in questi ultimi anni si è resa nota per argomentare i fatti in favore di una giusta amministrazione della cosa pubblica e contro le ingiustizie che affliggono la nostra Italia. Cordialmente ma con preoccupazione, Chiara Filizzola».

Foto di Rosaura Bonfardino


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