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Giacomo Gentile, tra la vita e la morte per una moto
30 Giu 2014 10:00

Abbiamo creato in poche ore un nuovo Ciro Esposito.

Un giovane lotta in una corsia d’ospedale, per un colpo di pistola sparato per motivi assurdi.

Il furto di un motorino.

I fatti.

Giacomo Gentile, dopo una serata con gli amici in centro a Napoli, sta tornando a casa lo scooter in compagnia della sua fidanzata.

Lo affiancano in due, gli puntano una pistola, vogliono la moto.

Giacomo cerca di sottrarsi al furto, sterzando per sviare.

Uno dei rapinatori spara e lo colpisce.

Lo colpisce per una moto, per aver schivato un’intimazione, per aver sviato un ordine perentorio.

Infatti, a quel punto i rapinatori potevano allontanarsi e cercare un nuovo bersaglio. Ma uno dei due, ha preferito macchiarsi di un possibile omicidio, perchè il suo comando non era stato eseguito. Una lesa maestà, evidentemente, insopportabile.

Ora Giacomo si è tramutato in un nuovo Ciro: in fin di vita, con una pallottola nel polmone, con una famiglia nello strazio, per un motorino. E viene da chiedersi perchè si può arrivare a tentare di spegnere due vite per uno stupido motorino. Quella della vittima e quella dell’autore del gesto, indirizzato ad una galera per mezza vita.

Un pezzo di ferro con due ruote, vale il destino di due uomini.

E’ come se due millenni di storia non avessero insegnato nulla. Si continua a svilire la vita, in pieno Occidente per una banalità.

L’altra sera in via Vespucci a Napoli, si sono consumate due tragedie. Una visibile per lo strazio e la bestialità, una invisibile perchè invisibile il cammino esistenziale che ha portato a compierla.


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