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Il prete di Calabria ucciso a sprangate
04 Mar 2014 09:35

Lo ha ucciso colpendolo alla testa con una spranga di ferro. Una, forse due volte. Con ferocia e rabbia. E lo ha lasciato in una pozza di sangue insieme all’arma del delitto. E’ morto così padre Lazzaro Longobardi, di 69 anni, originario di Gragnano (Napoli), ma da 27 anni parroco della frazione Sibari di Cassano allo Ionio.

Ucciso, probabilmente, da qualcuno che conosceva e che lo ha atteso di prima mattina nel cortile della chiesa di San Giuseppe, dove il sacerdote dormiva in un piccolo appartamento all’interno del complesso religioso. La sua parrocchia, invece, era quella di un’altra frazione, Lattughelle, distante appena 5-6 chilometri.

Padre Longobardi, comunque, era conosciuto e ben voluto anche a Sibari. Non appena la notizia del delitto si è sparsa nella frazione, davanti alla chiesa si è radunata una folla di fedeli. “Era un santo“, ha detto una parrocchiana sintetizzando il parere di tutti. Perché padre Longobardi era stimato e apprezzato. “Era una persona disponibile – hanno detto i fedeli – vicina agli extracomunitari e a chi aveva bisogno. Aveva una parola di conforto per tutti e amava dialogare con tutti. La comunità è più che addolorata“.

Un giudizio condiviso anche e soprattutto dal vescovo della diocesi di Cassano, mons. Nunzio Galantino, segretario della Cei. “Ha dato la vita per quei poveri per i quali s’era sempre speso con tutte le sue energie“, è stato il commento del presule, ricordando l’impegno del sacerdote al fianco degli ultimi e degli emarginati, in particolare delle migliaia di immigrati che affollano, in cerca di lavoro, i campi della Piana di Sibari.

Un sacerdote sereno, che, però, negli ultimi tempi aveva un cruccio, una preoccupazione che aveva esternato anche al suo vescovo: richieste sempre più pressanti di denaro da parte di qualcuno alle quali non poteva fare fronte. Di questo episodio aveva parlato anche con i carabinieri, ma senza fare formale denuncia perché, ha spiegato mons. Galantino, padre Longobardi “si diceva certo che col dialogo ogni difficoltà sarebbe stata superata“. Probabilmente, però, non è andata così. Proprio sulle richieste di denaro i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e della Compagnia di Corigliano Calabro hanno concentrato le loro attenzioni per cercare di risalire all’autore del delitto.

Prima gli investigatori hanno sentito fedeli e conoscenti per ricostruire gli ultimi giorni di vita del sacerdote. Poi, nel pomeriggio, due persone di nazionalità straniera sono state portate in caserma e sono tuttora sotto interrogatorio. E’ su di loro, pare di capire, che sono concentrati i sospetti. Uno sarebbe l’autore delle richieste di denaro. Al momento, comunque, nessun provvedimento è stato adottato nei loro confronti. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha telefonato a mons. Galantino, assicurando il massimo impegno per arrivare all’arresto dell’autore. E non è escluso che nelle prossime ore vi possano essere quelle novità che tutta la comunità di Cassano, sgomenta per il delitto, attende.


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