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Il Sistema Mose, una storia del Nord
07 Giu 2014 07:34

E’ antipatico infierire sulle disgrazie morali altrui.

Lo scandalo dell’Expò 2015 e del Mose, hanno una dimensione planetaria, ma nascono nel profondo Nord, che obtorto collo se ne assume l’infausta paternità.

Visto al Sud, questo sistema corruttivo, così sofisticato ed altolocato nelle ramificazioni, fa pensare che esso è fuori dalle “potenzialità” delle organizzazioni criminali che proliferano sul nostro territorio.

E’ un paragone che non andrebbe fatto, ma quando il Meridione è subissato da insulti, film, libri, attacchi di partiti xenofobi e quant’altro, per descriverlo come l’incarnazione del male, è giusto rimarcare l’accento su un concetto: in questa nazione, l’attitudine a delinquere non conosce zone franche.

Quello che chiameremo il “Sistema Mose” ci ha sbalorditi per la sua scientifica pianificazione: negli strumenti adottati, negli uomini usati e nella durata nel tempo.

Peccato che per pigrizia di pensiero, l’Italiano derubrichi tale scandalo, verso un’alterità rispetto alle mafie del Sud. Ma il “Sistema Mose” è solo la trasposizione di esse.

Dispiace appunto infierire sulle disgrazie morali altrui, ma le persone perbene del Sud, ne hanno sino ai capelli di essere apostrofate con ciò di cui non sono attori, ma spettatori e vittime. Ovvero: le camorre e le costumanze osservate da una minoranza sbandata.

Direi quindi che la vicenda del “Sistema Mose”, oltre all’urgenza di una soluzione all’imperante ed opprimente corruzione, aiuti a far riflettere sull’omogeneità del malaffare in Italia. Non è il Sud la cancrena, ma le persone che delinquono spudoratamente al Sud ed al Nord.


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