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La Bindi: “Don Ciotti non resterà solo contro le minacce”
01 Set 2014 08:07

Don Ciotti non è solo e non resterà solo nella battaglia contro i poteri mafiosi“. Lo dichiara il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi commentando le intercettazioni riportate dal quotidiano ‘La Repubblica’, in cui Totò Riina accosta la figura di don Luigi Ciotti a quella di don Puglisi e dice: “Ciotti,Ciotti, putissimu pure ammazzarlo“. “E’ malvagio e cattivo – aggiunge il padrino al boss Lorusso suo compagno di passeggiate nell’ora d’aria – ha fatto strada questo disgraziato“.

A don Luigi la mia affettuosa vicinanza e il pieno sostegno della Commissione parlamentare Antimafia – dice BindiLe minacce di Riina intercettate nel carcere di Opera lo scorso anno vanno prese sul serio, soprattutto per l’inquietante accostamento al martirio di don Pino Puglisi“. “A don Ciotti – aggiunge – va assicurata tutta la protezione e il sostegno necessari, molti mesi sono passati da quando i magistrati hanno esaminato le intercettazioni e si deve capire che tipo di messaggio vuole inviare il capo di Cosa Nostra mentre inveisce contro un sacerdote così esposto sul fronte della lotta alla mafia“.

So che le raccapriccianti parole di Riina dice ancora Bindinon faranno arretrare il suo appassionato servizio cristiano per la giustizia e la promozione della dignità umana e da oggi saremo al suo fianco con più determinazione“. “L’impegno che insieme a tanti con Libera don Ciotti da anni profonde per promuovere la cultura della legalità, la memoria delle vittime innocenti e lo sviluppo solidale nelle terre confiscate alle mafie – prosegue – sono ormai punto di riferimento della coscienza civile del paese“.

Ed è proprio il lavoro di Libera che scatena l’odio di Riina, preoccupato per i tanti sequestri di beni alla mafia che poi vengono gestiti dalle cooperative di Libera. “La scomunica di Papa Francesco – aggiunge Rosy Bindi – ha tracciato una linea invalicabile tra la Chiesa e le mafie che dà a tutti, credenti e non credenti, più forza e coraggio nel combattere la cultura dell’omertà e della sopraffazione. Ma non possiamo abbassare la guardia, c’è una mafia silente che moltiplica affari e profitti e penetra in ogni settore della vita del paese approfittando della crisi economica. E c’è – conclude – una mafia violenta che continua a tenere sotto scacco con l’intimidazione e la paura buona parte del Mezzogiorno, dove pesano povertà e disoccupazione ma dove sono anche più vitali e preziose le esperienze di libertà e resistenza create da Libera per strappare il territorio al controllo della criminalità organizzata“.


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