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La minacciano di morte e lo Stato le toglie la scorta. Il silenzio del centrodestra
14 Mag 2013 07:22

È ancora incredula Angela Napoli (ex parlamentare da sempre in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata) sulla revoca della scorta, comunicatale qualche giorno addietro dal Prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, e che nei ultimi giorni sta facendo montare la protesta di politici (pochi) e associazioni (parecchie).

Un coro di attestati di solidarietà

Dal blog di Roberto Galullo che ha dato per primo la notizia, è stato un susseguirsi di comunicati e comunicazioni: dall’onorevole piddino Franco Laratta che parla di “un chiaro tentativo di isolarla”, al referente del Coordinamento Nazionale Antimafia, Luca Erbifori, che commenta : “Lo Stato non può apparire complice dell’antistato”. E poi Antonio Ingroia di Rivoluzione Civile, Mario Muzzì di Risveglio Ideale, Demetrio Costantino del CIDS, persino gli studenti di Azione Universitaria Trento. Senza tener conto delle due differenti interrogazioni parlamentari della grillina Dalila Nesci e della piddina Doris Lo Moro ( a cui si dovrebbe aggiungerne una terza preannunziata dal compagno di partito Nicodemo Oliverio); della petizione online avviata da Cinzia Curti, Presidente di Italica TV; della lettera inviata allo stesso prefetto da quattro associazioni, Federazione Regionale Antiracket, Movimento Agende Rosse Calabria, Associazione R-Evolution, Antimafia Duemila.

Napoli: Non me l’aspettavo

Non me l’aspettavo nemmeno io” dice la Napoli, anche se “per la verità, il riconoscimento, da parte di cittadini e associazioni e pezzi della politica, delle mie battaglie c’è sempre stato”. “Don Luigi Ciotti mi ha chiamato proprio oggi”, sottolinea . Ex parlamentare, prima con An poi con Fli, la Napoli è sempre stata molto attiva nel contrasto al organizzazioni criminali, membro per tre volte della Commissione Parlamentare Antimafia, di cui una da Vice-Presidente.

Centrodestra Non Pervenuto

Unica eccezione nel coro di solidarietà, il centrodestra, N. P., non pervenuto,( ivi compreso il suo ex-partito Fli, che, commenta “perché c’è ancora Fli?”). “Non sono persona a loro gradimento, tutt’altro”, precisa. “Loro pensavano, con tutta probabilità, che interrotta l’attività parlamentare mi sarei chiusa in casa e non avrei fatto più alcuna altra attività, invece ho ripreso l’associazione Risveglio Ideale, con la quale sto lavorando anche più di prima, andando in giro anche fuori della Calabria, e questo darà fastidio”.

Le ultime minacce lo scorso gennaio

“Certo non potrò farlo più come prima”. Secondo la Prefettura, l’esposizione al pericolo che correrebbe la sua vita è diminuito di un livello, da 3 a 4, per cui, niente macchina blindata, niente autista, che dovrebbe procacciarsi da sé, e solo un uomo di scorta, e quindi “dovrei far salire un poliziotto sulla mia macchina personale mettendo in pericolo anche la sua vita, oltre che la mia?” Eppure giusto a gennaio di quest’anno si registra l’ultima promessa di morte: in un’intercettazione il presunto boss di Limbadi (VV), Pantaleone Mancuso, lamentandosi nel carcere di Tolmezzo (UD) del fatto che, a causa di una interrogazione parlamentare della Napoli, avrebbe fatto otto anni di carcere, si sente rispondere da un suo sodale: “Stiamo lavorando per toglierla di mezzo”.

“È una assurdità, che il 13 gennaio il Prefetto di Roma mi confermi il livello 3 di protezione, allertando gli uomini della scorta, e che, a distanza di due-tre mesi, il pericolo finisca”.

Intanto la Napoli non si arrende: “Ho chiesto la revoca per iscritto di questa disposizione. Vediamo cosa dice il Prefetto”. E “Speriamo”.


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