';

L’azienda pugliese che lavora per la Nasa
16 Mag 2013 08:16

Dall’altro capo del telefono a Modugno, un paese industrializzato alle porte di Bari, si sente lo squillo di un cellulare: la conversazione si interrompe e riprende dopo pochi secondi.

“Mi scusi se l’ho fatta attendere. Era uno dei colleghi del commerciale, abbiamo guadagnato un’altra commessa”, afferma Nicola Zaccheo, amministratore delegato della Sitael.

Che, per altro verso, conferma come gli affari della società, specializzata in prodotti hi-tech per aerospazio (che conta l’80% dei quasi 30 milioni di euro di fatturato) e settori come i trasporti, si muovono in controtendenza rispetto a un Paese in recessione da sette trimestri di fila.

Evidente è la soddisfazione di aver preso parte “come unica società italiana” al laboratorio spaziale mobile ‘Mars Rover Curiosity’, il ‘rover’ della Nasa dal 6 agosto sul Pianeta Rosso.

“Abbiamo fornito la stazione meteo con sensori atmosferici per temperatura e pressione”, dice Zaccheo, che nel portafoglio ha per clienti, oltre all’agenzia Usa, colossi del settore come gli enti europeo (Esa), giapponese (Jaxa), italiano (Asi), e operatori privati internazionali.

“È un settore di nicchia – osserva il manager, 47 anni, laurea in fisica e studi, tra gli altri, al California Institute of Technology (Caltech) – ma ad alto valore aggiunto. La crisi non l’abbiamo vista e, a differenza delle grandi imprese, per noi fare ricerca e sviluppo può essere una possibilità in queste condizioni”. Sitael nasce nel 2010, ma ha origini che risalgono a quasi venti anni fa grazie a uno spin-off della CAEN (Costruzioni Apparecchiature Elettroniche Nucleari).

Il salto di qualità matura con l’ingresso nel capitale della Angelo Investments, fondo dell’imprenditore Vito Pertosa di Monopoli (Bari), specializzato in investimenti ad alto contenuto tecnologico, preferito ai capitali dei colossi tedeschi. Sitael ha 200 dipendenti, tra l’impianto pugliese di Modugno e la sede di Pisa, con un’età media di 33 anni, in prevalenza ingegneri elettronici e fisici. “Siamo riusciti nel piano di delocalizzazione al contrario, facendo rientrare i cervelli da Usa, Germania, Austria e Francia”, racconta Zaccheo.

I rapporti con il Giappone sono sempre più forti, al punto da generare un terzo del fatturato dell’aerospazio, e da ultimo ci sono due progetti in corso (e altri in studio): ASTRO-H, il sesto satellite di osservazione a raggi X della Jaxa che, come potente osservatorio orbitante, esplorerà l’universo estremo; Calet, che ha l’Asi in primo piano, è un modulo per la Stazione Spaziale Internazionale per l’osservazione dei raggi cosmici.

“Ad esempio, hanno un eccellente sistema di controllo del voltaggio elettronico, capace di passare da quota 15 a 1.000 senza problemi”, dice all’ANSA Shoji Torii, professore del Research Institute for Science and Engineering della Waseda University, luminare dell’aerospazio nipponico e al lavoro sul progetto Calet, a margine di un evento ospitato a Tokyo sulla collaborazione Asi-Jaxa. Il nuovo impianto da 10.000 metri quadri di Mola di Bari (in Puglia) sarà pronto a marzo 2014: “A quel punto – conclude Zaccheo – potremo costruire piccoli satelliti di osservazione terrestre, chiavi in mano”.

E aprire un nuovo capitolo.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento