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Le antiche radici delle mafie e la tecnologia che cambia il mondo
22 Lug 2014 09:47

L’Italia del Sud è stata priva di uno vero stato per secoli. Il Regno di Napoli è stato per troppo tempo solo un reame.

Aveva delle istituzioni che si sono strutturate nel tempo, ma solo nel XVlll secolo esse giunsero ad una certa maturità.

Nei secoli precedenti, se comparate a quelle inglesi, erano effimere quanto semplicistiche.

Indi, la dorsale appenninica fu per secoli inflazionata pesantemente da feudalesimo e brigantaggio. Ovvero il potere personale di singoli, che controllavano pezzi di territorio, a volte in connivenza.

Un sistema di potere demandato, anche con la vendita di pezzi di giurisdizione, a famiglie influenti  o autorità ecclesiastiche. Soprattutto l’amministrazione della giustizia e l’esazione dei tributi.

La grossa resistenza che ha trovato lo Stato Unitario, nel far rispettare le leggi al Sud, è dovuto all’inusualità di una mediazione certa tra il cittadino ed un ente esterno e totalizzante, che non fosse la religione.

Il maggior numero di voti andati alla monarchia al Sud, nel referendum post bellico, è derivato dalla maggiore percezione di un uomo-stato, il re, che uno stato-istituzione, come la Repubblica.

L’antistato delle mafie, ha proliferato al Sud, dopo l’Unità, come prosecuzione di un potere affidato nelle mani di un uomo, più che la fiducia in un concetto astratto come lo stato.

Le mafie sono state percepite, a tutto l’Ottocento, come una “certezza”.

Nelle campagne i gabellotti mafiosi venivano usati dai feudatari, per mantenere l’ordine tra i contadini ed evitare le rivolte.

Il problema delle mafie al Sud, dunque, è di antica datazione e non nasce a caso. Ha radici profondissime, che affondano nella storia di secoli, per questo è difficile debellarlo. In termini di operatività e sopratutto di mentalità.

Ma in tale contesto granitico, si è inserito da un decennio il progresso tecnologico, che propone dei mutamenti rapidi e rivoluzionari nella società.

Il mondo si è aperto, i comportamenti si sono globalizzati.

Come si va dissolvendo la civiltà dei princìpi positivi, quali la solidarietà, l’amicizia, la responsabilità, si va dissolvendo quello dei princìpi negativi, come l’omertà, l’onore patologico, la vendetta come forma di giustizia.

E’ una nuova e grande speranza affidata alle giovani generazioni.

La tecnologia può minare il concetto di antistato, perché esso verte sul concetto di comunicazione diffusa, a volte invadente. Un elemento esiziale per le mafie.

Saranno vari parametri a segnalarci l’erosione di esse. Ma già si percepiscono le prime crepe.


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