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L’imprenditore che vuole fare di Napoli una smart city
26 Apr 2014 09:00

Per ora il suo è solo un sogno, chiuso nel cassetto dei lunghi tempi della politica, ma l’ingegnere Marco Zigon, imprenditore di Napoli, continua a credere che, un giorno, la sua sarà una città smart.

Edilizia eco-sostenibile, illuminazione intelligente, video-sicurezza, wi-fi libero, mobilità elettrica e accumulo, turismo assistito da smart solutions. Sono questi gli elementi di Starter per Smart a Napoli, un progetto che aveva, almeno a parole, suscitato l’interesse dell’Amministrazione comunale.

Era un anno fa, quando tra il Comune di Napoli e la Fondazione Matching Energies (Mef), da lui stesso fondata, fu sottoscritta una lettera d’intenti per dare il via allo studio di fattibilità per la sperimentazione di soluzioni smart city in uno dei quartieri della città partenopea.

Il progetto, presentato in pompa magna attraverso una conferenza stampa, ora è in stand-by, in attesa che il Comune dia concretezza a quell’accordo.

“La Fondazione Mef vuole fornire un contributo disinteressato una vera e propria donazione – aveva affermato in quell’occasione l’Ingegnere Marco Zigon, presidente di MEF e del Gruppo Getra S.p.A., azienda che dà lavoro a 300 persone – mettendo in campo le competenze riunite nel suo Comitato Scientifico e quello dei centri scientifici e accademici, che potranno utilmente contribuire a uno studio di fattibilità per sperimentare a Napoli un sistema smart city”.

Oggi, dopo oltre un anno, nulla ancora è stato fatto, ma l’imprenditore non si arrende e torna a immaginare, per quella che sarà la seconda Città metropolitana d’Italia un turismo, una cultura e un’industria tecnologicamente avanzata.

“L’era degli imprenditori, l’epoca dei progetti messi in piedi apposta per attingere a un finanziamento pubblico, anche se privi di fattibilità, è finita. Oggi abbiamo davanti a noi una sfida non diversa da quella che assunse su di sé la generazione che ci ha preceduto, all’indomani di un conflitto mondiale. Oggi chi può, coloro che hanno la possibilità e risorse, deve mettersi a disposizione del Paese per un radicale cambiamento del territorio. E questo vale per l’Italia e vale tanto più per il Sud. Soprattutto vale per le città che hanno problematiche più importanti da gestire. Io ci credo, si può fare. Non ho mai pensato di abbandonare la mia città, nonostante tutti i suoi problemi. Resto qui e non fuggo”.


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