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L’ispettore #Gamberini e #Coliandro a Bologna. Intervista a #PaoloSassanelli
29 Gen 2016 08:15

Anche oggi in prima serata su Rai2 andrà in onda “L’ispettore Coliandro”, questa sera vedremo la terza puntata che ha come protagonista un uomo delle forze dell’ordine non scaltro, ma buffo e a volte anche impacciato. Ad affiancarlo ancora una volta l’ispettore Gamberini, interpretato da un bravissimo Paolo Sassanelli. Abbiamo approfittato della mesa in onda per chiedere al noto attore qualche curiosità sul suo personaggio e non solo.

In queste settimane la rivediamo ne “L’ispettore Coliandro”, una delle fiction più seguite. Per quali motivi ha detto di sì a questa nuova stagione?

Come faccio a dire di no? Posso dirti che i Manetti Bros, oltre che essere due ottimi registi, sono anche due amici; con Giampaolo Morelli per “Song’e Napule” ho avuto la soddisfazione di ricevere il Nastro d’Argento; inoltre girare questa serie tv è davvero un piacere, oltre che un divertimento e poi amo Bologna.

Interpreta ancora una volta l’ispettore Gamberini, ci racconta cos’è cambiato del suo personaggio in questa nuova stagione?

Sono più presente in questa stagione! Per il resto, è sempre lo stesso personaggio, divertente e alla mano ma, allo stesso tempo, con una buona esperienza per quanto riguarda le indagini; cerca di coprire Coliandro nelle varie stupidaggini che fa.

Quale rapporto intercorre tra Gamberini e Coliandro?

Un rapporto di presa in giro continua, di profonda amicizia, quasi da fratello maggiore. Cerca di proteggerlo, anche se risulta molto difficile (ride).

Cosa accomuna lei e l’ispettore Gamberini?

Gamberini ha un forte humor, si diverte molto pur  svolgendo nella massima serietà il suo lavoro; considera l’amicizia un valore molto profondo. Ci somigliamo molto.

Chi è Coliandro per Paolo Sassanelli?

Per me, rappresenta l’incontro tra due amici registi, di talento che, grazie a questa fiction, ho potuto incontrare. Quando i Manetti Bros mi chiamano per un progetto, automaticamente dico di sì, indipendentemente dalla sceneggiatura e dal ruolo, piccolo o grande che sia. Sono due persone che sanno perfettamente quello che vogliono, sanno girare in modo molto personale e piace loro raccontare delle belle storie.

Cosa le piacerebbe arrivasse del suo personaggio ai telespettatori che seguiranno la fiction?

Tanto divertimento ma anche sorpresa per aver raccontato un poliziesco all’italiana, scritto benissimo da Lucarelli e girato a Bologna.

Il segreto del successo di questa fiction?

Credo per il fatto che sia una storia politicamente scorretta ma molto vicino alla realtà. Le storie sono molto curiose e divertenti, oltre che un poliziotto davvero unico, che non si prende troppo sul serio, anche se le storie da lui vissute sono molto serie. E’ un poliziotto rock involontario.


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