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Lo Stato aiuti l’imprenditore che resiste alla ‘ndrangheta
01 Ott 2014 08:50

Tiberio Bentivoglio sta sprofondando nelle sabbie mobili del ‘vorrei ma non posso’: da oltre 20 anni Bentivoglio a Reggio Calabria resiste alla ‘ndrangheta, ha subito diversi attentati dinamitardi, almeno un tentato omicidio”, ma lo Stato non si muove.

Lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, esponente della Commissione Antimafia, a proposito della situazione del commerciante calabrese, testimone di giustizia.

“L’ultimo atto intimidatorio – sottolinea Mattiello nel giorno del Giovedì Santo della Pasqua appena trascorsa. Negli anni, soldi dall’Antiracket ne ha ricevuti, ma a singhiozzo e in una situazione ambientale così ostile da vanificare ogni tentativo di ripresa. I debiti si sono accumulati e oggi Bentivoglio rischia di perdere tutto, mangiato dalle procedure esecutive. Non è l’unico per altro. Eppure questa somma di circostanze che segnalano un rischio concreto e attuale di morte indotta, tramite soffocamento sociale progressivo, pare non basti a smuovere l’intervento dello Stato.

Pare che non ci siano le condizioni per inserire urgentemente Bentivoglio nel programma speciale di protezione, pare non ci siano le condizioni per ottenere l’intervento urgente della Commissione Centrale e della Prefettura di Reggio Calabria affinché vengano sospese le procedure esecutive. Ma è un errore. La mafia – prosegue il deputato Pd – minaccia e uccide in molti modi, è gravemente miope non accorgersi che il calvario di Bentivoglio è il prodotto diretto della volontà mafiosa di fargliela pagare.

Mi rivolgo al Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho e al vice Ministro Bubbico: quando Tiberio Bentivoglio sarà morto a nulla servirà fare l’elenco di ciò che si sarebbe voluto fare e non si è potuto fare. Una legge che non fa giustizia è semplicemente una legge sbagliata”.


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