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Povero Sud, un anfiteatro greco diventa ricovero per maiali
30 Mag 2014 10:07

La Grecia classica, ha lasciato tracce indelebili della sua civiltà ed un’eredità culturale pesante ed immortale: la filosofia.

Nell’ottavo secolo avanti Cristo, quando i Romani iniziavano a scegliere il loro primo re, tra pastori e contadini, i Greci espandevano la loro presenza a tutto il Mediterraneo.

Non avevano una grande capacità organizzativa e le loro colonie erano frammentate, ma uniformi nei canoni costruttivi. Il tempio era il fulcro della loro presenza. E quando arrivarono sul territorio peninsulare italiano, ne costruirono uno per ogni insediamento.

Anche quando incrociarono gli Etruschi, nella Campania felix, i Greci vollero marcare la loro civiltà con la maestosità delle loro costruzioni.

Anzi, la complessità etrusca, incentivò il loro impegno con la creazione della città di Cuma.

Conserviamo tracce stentoree di tale insediamento, tramite siti archeologici visitati da gente di tutto il pianeta. E suscita stupore la notizia della costruzione abusiva di un ricovero per maiali e di una stalla, nel bel centro di un anfiteatro del prestigioso sito.

Maiali? Stalle?

Questo è un gesto di violenza contro l’arte, simile alla martellata che venne inferta alla statua della Pietà di Michelangelo. Uno scempio che necessita di un ripristino immediato.

E infatti, la Sovrintendenza alle belle arti si muove appena appura la presenza inopportuna e adisce alla legge, come unico strumento per risanare la ferita sacrilega. Ma…ma le leggi sono state pensate dagli uomini e non hanno il potere di pensar di proprio. E se una legge confligge con l’altra, il giudice fa prevalere quella preminente. Così, nella patria del diritto, per tale principio inderogabile, il porcile riesce a spuntarla sull’anfiteatro millenario. E per via della prescrizione non può essere abbattuto.

Dura lex sed lex. Nel centro dell’opera architettonica dei Greci classici, i turisti giapponesi ed americani, troveranno un bel porcile ad accogliere i loro sguardi.

Speriamo nel buon senso di chi ha il diritto di utilizzarlo. Speriamo che con un gesto riparatorio rinunci a quella costruzione riproducibile in cento parti circostanti. Siamo sicuri che i maiali non si offenderanno.


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