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Salvini e il comizio fantasma di Napoli
07 Mag 2014 11:01

La distanza dei politici di professione dalla realta’, si puo’ misurare da quanto occorso a Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, in quel di Napoli.

E’ martedi’ 6 maggio, tre giorni dopo i misfatti di Roma. Al rappresentante in primis di un’ostilita’ contro il Sud dell’Italia, “palla al piede” del sistema Italia, con tanto richiesta anche di secessione, viene in mente di tenere un comizio a Napoli.

Dopo decine di minuti di insulti viene scortato dalla forze dell’ordine verso l’auto di scorta e va via.

Dispiace che un segretario di partito non possa tenere un comizio. E’ contro ogni principio democratico. Ma Salvini non poteva immaginare che, dopo quanto accaduto, odorava di provocazione?

Quei cori intonati dagli spalti dell’Olimpico di Roma, sabato sera, inneggianti al Vesuvio, facevano il paio con un episodio di cui il Salvini fu protagonista nel 2009. Ovvero un coro dove i napoletani venivano definiti “colerosi”.

Insomma, questa Italia non e’ piu’ una Repubblica fondata sul lavoro, ma sugli insulti. Insulti che scavano barriere profonde.

E c’e’ un dato politico da considerare in questi giorni. Nella girandola di rabbia collettiva innescatasi, cosa succedera’ ai voti del Sud? Da quale parte penderanno?

A Napoli ed interland (tre milioni di persone), i voti chi li otterra’? Il fiorentino Renzi? Il milanese Berlusconi? O il ligure Grillo?

Siamo caduti in basso. Ormai le campagne elettorali si fanno anche con l’appartenenza calcistica. Purtroppo.


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