';

Selvaggia Lucarelli le sue denunce scuotono il turismo siciliano
31 Ago 2021 09:20

  • Selvaggia Lucarelli ha avuto una “vacanza incubo” a Noto
  • Ha denunciato i disagi della città barocca scatenando una polemica
  • Le mancanze dell’isola ora sono sotto i riflettori

Ci voleva Selvaggia Lucarelli per far aprire gli occhi alle amministrazioni siciliane. O almeno così pare dopo le polemiche esplose negli ultimi giorni a causa di quella che alcuni hanno definito la sua “vacanza-incubo”. La giornalista romana, infatti, nel corso delle sue visite a Noto e Palermo ha segnalato diversi problemi di gestione da parte dei governi locali.

Lucarelli: “Il viaggio che ricorderò con più dispiacere”

A Noto per un evento dedicato al mondo LGBT, il Giacinto Festival, Lucarelli ha deciso di approfittarne per fare una vacanza con compagno e cane. Fin da subito, però, sono iniziati i problemi. L’elettricità mancante per malfunzionamenti dell’Enel in zona, l’acqua assente e la spazzatura non ritirata. Per non parlare dei problemi col proprietario di casa, come racconta nelle sue storie su Instagram.

L’influencer ha infatti raccontato che questo sarà “il viaggio che ricorderò con più dispiacere”. Ne parla dalla sua macchina, dove ricarica il cellulare e respira un po’ grazie all’aria condizionata. “Tutti i giorni va via la luce per guasti Enel in zona, oppure – quando va bene – salta solo il contatore se accendo un semplice forno – spiega – essendoci la trivella e non l’allacciamento alla rete idrica va via anche l’acqua. Non c’è un generatore, neppure una lucina di emergenza in giardino. Buio pesto, zero acqua, caldo atomico.”

Poca collaborazione da parte del locatore e l’agenzia a cui si era affidata, e tanta amarezza nelle sue parole. “Non è questa la Sicilia che volevo raccontare“, dice. Eppure ha dovuto.

La polemica con il sindaco di Noto: “Comunità offesa”

Dopo la cattiva pubblicità alla località barocca, è arrivata prontamente la risposta del sindaco di Noto, Corrado Bonfanti. “Le scrivo a nome di una comunità che si ritiene, proprio come lei cara signora Lucarelli, offesa e tradita – scrive il primo cittadino – Una disavventura può mai arrivare a mortificare una comunità che l’ha accolta a braccia aperte? L’improvvisazione di un solo privato può compromettere per sempre la bellissima relazione nata tra l’eleganza delle nostre architetture, la ricchezza del nostro paesaggio e la sua straripante classe, la sua invidiata bellezza e, soprattutto, la sua versatile professionalità apprezzata da tantissimi fan e ammiratori?”

Evidentemente, però, la Lucarelli ha voluto metter da parte la propria “straripante classe” e “invidiata bellezza” in nome della sua vena critica. Così si è lasciata andare ad ulteriori puntualizzazioni in merito al problema rifiuti. I mastelli per il porta a porta a Noto li ha chi paga la Tari, ma nella villa in cui si trovava non erano presenti e, quindi, non si poteva gettare adeguatamente la spazzatura.

Dopo una chiamata all’ufficio preposto, “parrebbe non esserci alcuna utenza Tari (ma spero di sbagliare), per cui ho chiesto all’agenzia che ha affittato casa, di verificare con il proprietario. Nessuna risposta, da giorni”. E, se la difesa è che si tratta comunque di un privato e non bisogna per questo attaccare l’intera amministrazione, la controrisposta è pronta: “Il proprietario è un politico, ex consigliere, candidato sindaco di un comune limitrofo. Lei lo conosce. Dunque non solo rappresenta il territorio, ma rappresenta anche la politica”.

La “puntata” di Palermo: lo scandalo bare

Dopo l’esperienza a Noto, la Lucarelli ha preso il ritmo e, nel corso della sua visita a Palermo, ha deciso di non limitarsi nelle critiche. “Cosa deve succedere perché si metta fine a questo scempio?”, si chiede l’influencer davanti alle quasi mille bare accatastate nel cimitero di Rotoli. Cattivo odore, liquami che escono dal legno, la plastica “per trattenere lo scempio”. Una situazione al limite dell’inimmaginabile, e che non è una novità per i campisanti dell’isola: basti pensare ai morti da seppellire al cimitero monumentale di Messina, che spesso devono “aspettare” mesi in deposito prima della loro inumazione.

“A Palermo, leggenda vuole che nel 1625 la peste sia stata sconfitta da Santa Rosalia. Le sue ossa, ritrovate sul Monte Pellegrino, furono portate in processione e l’epidemia che aveva ucciso 10 000 persone in città, dopo poco terminò – scrive Lucarelli sul proprio profilo – Quei morti, in tutta fretta, venivano ‘inumati nudi come cani sotto la calce vergine’, qualcuno disse per protestare contro la disumanità con cui si conteneva la peste a Palermo. Oggi, a Palermo, la disumanità è nell’opposto”.

E continua: “Qualcuno si muova, perché questa volta non saranno le ossa di Santa Rosalia a fermare lo scempio. I cimiteri dovrebbero custodire la morte, non averne l’odore“. Per tutta risposta il Comune di Palermo è subito intervenuto con un’ordinanza. Promesso lo smaltimento delle tumulazioni arretrate e la disinfezione dei luoghi.

Dal profilo instagram di Selvaggia Lucarelli

La Sicilia e quel “biglietto da visita” stracciato dall’incuria

Certo è il colmo che debba arrivare una giornalista del “continente” per mettere in luce le bruttezze causate dalla poca cura dei luoghi. D’altronde il male è più evidente del bene, ed è sotto gli occhi di tutti che tante città ritenute gioielli del patrimonio isolano siano sporche o carenti di servizi.

La provincia di Messina e quelle dell’entroterra ogni estate fano notizia per la crisi idrica, ma non sono le uniche: a luglio nella Piana di Catania gli agricoltori sradicavano gli agrumeti per colpa della mancanza di acqua. Per non parlare degli incendi che annualmente deturpano interi paesaggi, spesso parte di parchi naturalistici di valore più che riconosciuto. Oppure l’assenza di mezzi adeguati per spostarsi tra province e, spesso, anche all’interno delle stesse città.

La spazzatura, poi, è un problema endemico. Nel 2020 l’isola aveva raggiunto la quota 40% di differenziata, con le tre metropoli che più di tutte abbassavano la media. Un numero basso ma comunque in crescita rispetto agli anni precedenti. Tanti, però, i dubbi su questi dati. La provincia trapanese infatti sembra aver raggiunto il 60%, presentandosi nei grafici come tra le più nobili. Qualcuno allora dovrebbe spiegare la presenza di rifiuti abbandonati lungo le strade di Marsala, per non parlare delle carcasse di topi.

“Il problema dell’abbandono della spazzatura in strada – ha dichiarato l’assessora regionale all’Energia Daniela Baglieri dopo la polemica nel Siracusano – non è nuovo per i siciliani e non rappresenta affatto un bel biglietto da visita per le nostre città. Proprio per questo ho appena sentito telefonicamente il sindaco di Noto, al quale ho manifestato ampia disponibilità a collaborare alla concreta promozione di iniziative di sensibilizzazione per incentivare comportamenti virtuosi da parte dei cittadini. Ho inoltre ribadito l’importanza della massima vigilanza sul rispetto dei contratti di raccolta”.

Le voci inascoltate della popolazione

Sarebbe però un errore credere che la voce della Lucarelli sia stata la prima ad alzarsi. Semplicemente è stata più forte per il suo influsso sull’opinione pubblica nazionale. E allora forse l’errore più grande delle amministrazioni è stato aspettare che la faccenda diventasse di portata così grande per agire.

D’altronde imprenditori e cittadini hanno già lavorato per migliorare l’aspetto delle città. Così come nel caso di Noto, dove la popolazione operava già volontariamente per combattere rifiuti, micro discariche e randagismo. Proprio per questo era nata “Le contrade di Vendicari“. “Era già tutto previsto quanto accaduto alla Lucarelli”, dichiarano proprio Cristina Busi Ferruzzi e Felice Amante a nome dell’associazione. “Le condizioni della città e delle campagne versano in uno stato pietoso in un territorio patrimonio dell’Unesco, sede dei più begli esempi di architettura barocca, di spiagge meravigliose e di attrazioni naturalistiche e agricole come le nostre”, aggiungono inoltre i due imprenditori.

La denuncia degli artisti siciliani

Gli stessi temi della Lucarelli sono stati toccati anche da TVBOY (Salvatore Benintende), street artist siciliano autore dell’opera “La Sicilia è una perla …non diamola ai porci“. “Credo che basti poco, sia da parte dei cittadini che delle istituzioni, per non far diventare un porcile queste vie”, ha raccontato l’artista ad Artribune.

La denuncia passa anche dalle riflessioni dell’interior designer Samuele Mazza. Proprio lui ha commentato ad Artribune riguardo alle polemiche: “La pulizia della città andrebbe gestita in modo prioritario. Qui ci saranno numerosi investimenti anche di stranieri e grandi brand che vogliono arrivare a Noto, ma poi di fronte a certe situazioni – come quella dei rifiuti – si trovano in grande imbarazzo. Di recente ho curato un secondo libro sulle cantine di tutta la Sicilia, uno splendore, ma tutti i territori, per esempio intorno all’Etna, sono una discarica. E andrebbe incentivato anche un turismo fuori stagione estiva, visto che queste realtà sono aperte e visitabili tutto l’anno, ma mancano nei mesi invernali i servizi aperti”.

Rincara la dose il fashion designer Alessandro Enriquez: “Se fai un giro a Palermo vedrai anche più immondizia, micro discariche abbandonate in diversi angoli della città. Purtroppo questo come altri problemi esistono e se il Sindaco di Noto e l’assessore Baglieri si stanno muovendo adesso, forse servivano i fari graffianti puntati dalla Lucarelli“.

Le voci più ottimiste: “Noto è in divenire”

Ciononostante, pare che la cittadinanza di Noto e altre località turistiche siciliane sia abbastanza ottimista. La città barocca, d’altronde, è solo di recente diventata centro di attrazione di flussi turistici importanti. E non era pronta. Come spiega il fondatore della galleria d’arte SpazioNoto ad Artribune, il boom di presenze sul territorio è arrivato “con una velocità tale da non riuscire a consentire all’amministrazione pubblica di modernizzare e attualizzare una serie di servizi di base come l’approvvigionamento idrico, il servizio di smaltimento dei rifiuti differenziati, le infrastrutture, la cura delle strade. Chi vive qui però, sia come residente nativo, sia come acquisito, sa perfettamente che Noto, come la Sicilia tutta, è in divenire. Fotografare l’istante prescindendo dallo sforzo al cambiamento, non rende giustizia né a chi denuncia i disservizi, né a chi questi disservizi li vive quotidianamente”.

A questa voce si aggiunge quella dell’artista Cori Amenta: “Noto non è ancora pronta per questa età dell’oro che sta vivendo. Una crescita che la porterà a diventare una destinazione di riferimento, come tante altre città oggi mete di turismo internazionale. In tutto questo restano diverse problematiche come la raccolta differenziata dell’immondizia, difficilissima per come è stata organizzata, la disponibilità dell’acqua raccolta tramite serbatoi, i tanti ristoranti che diventano magicamente di lusso cambiando solo il prezzo. Abbiamo una grande Bellezza ma anche una grande ignoranza da combattere“.

Se del turismo c’è sempre stato in Sicilia, dall’altro lato sono forse i servizi turistici ad essere una novità. In posti in cui a mancare a volte sono anche quelli per i cittadini, la situazione si fa ancora più complessa. Ad affascinare il turista medio sono anche i tempi più rilassati dell’isola, ma forse è ora che popolazione e amministrazioni guardino l’orologio e non agiscano per forza in anticipo, ma quantomeno in tempo.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento