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FASTMIT: il progetto che studia la pericolosità da terremoto e tsunami sulle coste italiane
03 Set 2017 06:30

Approfondire la conoscenza e raccogliere informazioni sulle strutture tettoniche nei mari che bagnano l’Italia, con particolare riferimento ad alcune aree campione (Nord Adriatico, Golfo di Taranto, Canale di Sicilia e Mar Tirreno meridionale”. A riferirlo Giuliana Rossi, coordinatrice di FASTMIT (FAglie Sismogeniche e Tsunamigeniche), progetto già avviato nei mari italiani, il 25 agosto scorso grazie alla nave di ricerca OGS Explora dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste.

A bordo della nave, impegnati fino al prossimo 10 settembre ci saranno ricercatori e tecnici di OGS e di altri enti di ricerca nazionali e internazionali (INGV, Università del Sannio, Università di Malta, Università del Mississippi) e studenti di dottorato della Doctoral School Environmental and Industrial Fluid Mechanics di Trieste (ESFM).

I risultati saranno utilizzati per individuare la pericolosità da terremoto e tsunami che caratterizzano le aree costiere italiane, particolarmente critiche per l’alta densità abitativa e la concentrazione di infrastrutture classificate come RIR (Rischio di Incidente Rilevante) nelle recenti mappe dell’ISPRA; per le stime locali di pericolosità e rischio associate all’estrazione di idrocarburi, in corso o pianificate, in acque nazionali (Adriatico, Ionio, Stretto di Sicilia) e dei paesi del Mediterraneo centrale (Croazia, Grecia, Nord Africa).

L’Italia e i mari che la circondano rappresentano l’evoluzione del margine tra le placche europea e africana – precisa Silvia Ceramicola responsabile della campagna che vedrà impegnata OGS Explora nel Golfo di Taranto – e in quanto tali sono sede di intensa attività geodinamica. Tuttavia, permangono ampi vuoti conoscitivi che puntiamo a colmare con questo progetto”.

Il Canale di Sicilia è un’area marina poco conosciuta dal punto di vista morfologico, strutturale e soprattutto sismologico – precisa Emanuele Lodolo, altro responsabile del progetto OGS Explora –  mentre molte delle strutture geologiche responsabili della sismicità nella zona del Golfo di Taranto sono controverse. Per cui è necessario acquisire nuovi dati geologici e geofisici, di alta qualità, in queste due zone dei mari italiani”.

FASTMIT è un progetto finanziato dal MIUR – chiosa Maria Cristina Pedicchio, presidente dell’Istituto triestino – che vede la collaborazione dei due principali enti nazionali (OGS e INGV) che operano nell’ambito dei rischi geologici a terra e a mare. I risultati attesi forniranno un importante contributo alla conoscenza delle strutture sismogeniche dei mari che bagnano l’Italia.


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