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Buco nei conti e dipendenti senza stipendio. Così muore Campitello, la Cortina del Molise

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Soltanto di stipendi arretrati, ben oltre 200mila euro. Sono i crediti vantati dai lavoratori di Funivie Molise, senza soldi da circa otto mesi, con la società per azioni sempre più invischiata nei debiti dopo anni di gestioni tutte da verificare. La settimana prossima il nuovo amministratore unico di Funivie, il dottor Piero Petrecca, incontrerà i quattro dipendenti a tempo indeterminato e i circa venti stagionali che aspettano ancora il pagamento delle spettanze e della liquidazione per i mesi invernali in cui hanno prestato la loro opera.

Petrecca, dottore commercialista e funzionario della Regione nominato – nell’ottica del contenimento dei costi – da poche settimane, è al lavoro per cercare di ricostruire i passaggi che hanno portato la società praticamente al tracollo. Una volta ottenuti i ragguagli richiesti dal consulente del lavoro incaricato – che dovrà dettagliare i crediti di ciascuno dei lavoratori non pagati – ed espletate le ultime formalità burocratiche conseguenti alla sua nomina, intende procedere subito a saldare i conti. Nel frattempo però, da domenica 17 agosto, i lavoratori hanno dato vita a un presidio permanente sul pianoro di Campitello, sul quale campeggiano due eloquenti striscioni recanti le scritte “Siamo stanchi di aspettare. I dipendenti Funivie Molise dicono basta” e “Nemmeno il Papa può cambiare questi politici”. Stufi di numerosi incontri senza esito in Regione, hanno deciso, dunque, di passare alla protesta.

Per pagare queste persone, al momento, Funivie dispone soltanto di 200mila euro erogati da Sviluppo Montagna, la società in house providing (totalmente partecipata dalla Regione) avente lo scopo di promuovere lo sviluppo turistico della montagna molisana. Soldi che non basteranno per coprire tutti gli arretrati, ma che costituiranno comunque una boccata d’ossigeno per i lavoratori.

Ma da dove deriva la mole di debiti di Funivie Molise? Perché, dopo anni di cambi al vertice e di finanziamenti con soldi pubblici, le stazioni sciistiche di Capracotta e Campitello Matese non decollano? Sono tanti i misteri che si annidano in questa società, che attualmente sembrerebbe a rischio liquidazione. Per capire cosa è accaduto nel corso degli anni, tocca fare un passo indietro e procedere con ordine, tappa dopo tappa, dal governo regionale di  centrodestra targato Michele Iorio a quello di centrosinistra guidato da Paolo Frattura.

LA STORIA. Gli impianti di risalita di Monte Capraro di Capracotta, nel 2007, furono presi in gestione, insieme agli impianti di Campitello Matese, dalla società consortile Campitello Matese Spa, partecipata per il 96 per cento dalla Regione Molise. Successivamente, con la delibera della Giunta regionale del Molise n.1005 del 29 settembre 2009 veniva approvato un piano industriale, redatto dal dottor Carmine Franco D’Abate, dal quale emergeva che l’attività di gestione degli impianti di Monte Capraro di Capracotta doveva essere dismessa in quanto l’esercizio dal 1 novembre 2007 al 31 ottobre 2008 aveva evidenziato un disavanzo di 123.248 euro. Dalla medesima relazione emergeva, altresì, che anche per Campitello Matese, nell’ambito dello stesso esercizio, compariva un disavanzo pari a 692.928 euro, circa 7 volte superiore a quello di Capracotta. Eppure, inspiegabilmente, mentre per Capracotta si chiedeva la chiusura degli impianti, per Campitello Matese veniva proposta la continuazione delle relative attività.

Sempre con la stessa delibera 1005, l’esecutivo regionale autorizzava la costituzione di una società di capitali, con unico socio, con la finalità di intraprendere una serie di iniziative per la promozione dello sviluppo di Campitello Matese, di San Massimo e, più in generale, dell’area montana del Matese, anche mediante l’acquisizione di partecipazioni in società esercenti attività imprenditoriali rivolte alla gestione delle sciistiche. Nasceva così Sviluppo Montagna che, il 28 ottobre 2009, con delibera di Giunta 1057, viene autorizzata alla costituzione di una società diretta all’acquisizione e gestione degli impianti di risalita già di proprietà della Società consortile Campitello Matese spa (cosa che, come vedremo, di fatto non avverrà mai).

Il 4 novembre 2009, pertanto, nasce Funivie Molise spa, con lo scopo di sovrintendere alla gestione degli impianti di risalita e di tutte le attività di sviluppo e valorizzazione di Campitello Matese a cui, in virtù dell’articolo 10 della legge regionale n. 2 del 26 gennaio 2012,  si sono aggiunti gli impianti di Capracotta.

Ricapitolando, Sviluppo Montagna è una società partecipata al 100 per cento dalla Regione la quale, indirettamente, detiene la proprietà anche dell’intero pacchetto di Funivie. Quest’ultima ha la finalità di tutelare la prosecuzione delle attività imprenditoriali relative alla gestione della stazione sciistica di Campitello Matese e scongiurare ricadute negative di natura economico-produttiva e occupazionale dell’area matesina. Per fare ciò, Funivie – in ossequio al piano di D’Abate – prende in fitto il ramo d’azienda inerente agli impianti della società consortile Campitello Matese, con lo scopo – si badi – di acquisire la titolarità degli impianti i quali, paradossalmente, rimangono invece nella titolarità del Consorzio. Vedremo in seguito il perché.

Funivie tuttavia, già dopo il primo anno di attività, pur avendo operato, non produce risultati economici tali da consentire una gestione in pareggio rispetto alla propria mission operativa. Tant’è che il primo anno (stagione 2010/2011) la società chiude il bilancio con una perdita di 413.402, 000 euro (ridotta poi nel 2012 a 392.903,000 euro).

Una perdita determinata, a quanto pare, dalla carenza di gestione sia dell’impiantistica che dei servizi minimi da offrire alla clientela e ai fruitori delle strutture.

Per ripianare le perdite pregresse della società consortile Campitello Matese la Regione – con delibera n. 211 del 29 marzo 2011 – stanzia 3.5 milioni di euro in aumento conto capitale in favore di Sviluppo Montagna.

E da qui cominciano i problemi seri. (fine 1 parte)

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Published by
Pasquale Bartolomeo