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Salome di Strauss torna in scena dopo 20 anni al Teatro Massimo di Palermo
19 Mag 2025 15:30

PALERMO (ITALPRESS) – Capolavoro del compositore bavarese Richard Strauss, Salome, su libretto di Hedwig Lachmann, torna al Teatro Massimo di Palermo dal 20 maggio alle 20, a vent’anni dall’ultima produzione. Sul podio dell’Orchestra del Teatro dirige la bacchetta del maestro Gaetano d’Espinosa, per un allestimento proveniente dalla Irish National Opera di Dublino, con la regia di Bruno Ravella, ripresa da Carmine De Amicis che cura anche la ripresa dei movimenti coreografici di Liz Roche. Scene e costumi sono firmati da Leslie Travers, le luci da Malcolm Rippeth.

Dramma in un atto, tratto dall’omonima scandalosa pièce di Oscar Wilde, Salome è una sfida musicale di grande intensità per l’Orchestra, per la straordinaria ricchezza della partitura e per uno dei ruoli più impegnativi del repertorio per soprano solista. Ad interpretare la protagonista e la sua fascinazione sensuale e spirituale per il profeta Jochanaan è il soprano Nina Bezu alla prima e alla recita del 24 maggio, mentre nelle altre recite è Astrid Kessler, il baritono Tommi Hakala è il profeta e martire Jochanaan; il tenore Charles Workman il tetrarca Erode; il mezzosoprano Anna Maria Chiuri la lussuriosa Erodiade; e il tenore Ewandro Stenzowski interpreta Narraboth, il capitano delle guardie che si uccide per Salome. Completano il cast Michela Guarrera (Paggio di Erodiade), Michael Gibson (primo ebreo), Raphael Wittmer (secondo ebreo), Marcello Nardis (terzo ebreo), Sascha Emanuel Kramer (quarto ebreo), Benjamin Suran (primo soldato / primo nazareno), Lukasz Konieczny (secondo soldato / quinto ebreo), Blagoj Nacoski (secondo nazareno), Mariano Orozco (un uomo di Cappadocia), Maria Cristina Napoli (uno schiavo). Orchestra del Teatro Massimo.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo torna, a pochi giorni dal debutto alla guida dei complessi del Teatro Massimo, il maestro Gaetano d’Espinosa, violinista, compositore e direttore d’orchestra. Nato a Palermo, si è imposto all’attenzione dei maggiori teatri del mondo in campo operistico e sinfonico, dalla Francia al Giappone, ed è ospite regolare della Semperoper di Dresda come della Fenice di Venezia e dell’Orchestra RAI di Torino. “Salome è una partitura di una modernità dirompente – afferma – ha un tessuto polifonico estremamente ricco e denso che alterna a sublimi momenti lirici e sconosce le mezze misure. Il personaggio di Salome, le sue pulsioni, i suoi sentimenti, le sue ossessioni, sono quelle che creano la musica, temi nascosti in ogni angolo della straordinaria partitura”.

“Salome, utilizza come libretto l’omonima scandalosa pièce di Oscar Wilde – dice il regista Bruno Ravella -. Wilde trasforma Salome in una giovane donna che scopre la propria sessualità e il potere che essa comporta. Il suo atto di volontà consiste nel chiedere la testa di Giovanni Battista, affermando «È per il mio piacere che voglio la testa di Jochanaan su un vassoio d’argento» … Quando Salome incontra per la prima volta Jochanaan – aggiunge Ravella – assistiamo al confronto di due mondi: l’Antico Testamento, un mondo di corruzione e decadenza, e il Nuovo Testamento nella sua purezza originaria. Abbiamo uno scontro tra due realtà, quella della mente e quella del corpo. Ciò che attira Salome verso Jochanaan è la sua purezza e la sua alterità rispetto a tutto ciò che lei ha conosciuto”.

La scenografia, firmata da Leslie Travers, ambienta l’opera in uno spazio claustrofobico, l’interno di una grande cisterna d’acqua, simbolo di purificazione nei riti religiosi, associato alla figura di Jochanaan, il Battista, che attraverso il battesimo possiede il potere di redimere dal peccato, ma può rappresentare anche ciò che giace sotto la superficie, ed è legato all’elemento femminile nelle profondità dell’inconscio, mentre al centro un albero suggerisce vita, speranza, fecondità.

Al debutto a Dresda nel 1905, l’opera fu accolta da un clamoroso successo di pubblico, accompagnato dallo scandalo per l’intreccio intriso di lussuria e morte della trama che elabora un passo del Vangelo di Matteo e del Vangelo di Marco, in cui Salome è corresponsabile del martirio di Giovanni Battista. La giovane e conturbante principessa Salome balla la danza dei sette veli ad un banchetto per il compleanno del patrigno Erode che la desidera e le offre in cambio della danza qualsiasi cosa ella possa desiderare. E lei, innamorata di Jochanaan (Giovanni Battista) e ossessionata dal suo rifiuto, chiede a Erode la testa del profeta su un piatto d’argento. Il re, dopo avere tentato in tutti i modi di dissuaderla, alla fine cede e fa decapitare Jochanaan. La vendetta spietata si compie e Salome, a cui il boia offre su un piatto d’argento la testa insanguinata del profeta decapitato, canta la sua tremenda passione e finalmente lo bacia. «Perché non mi hai guardato, Jochanaan? Hai mirato il tuo Dio, e me, me, me non hai visto. Se tu mi avessi amato. Il mistero dell’amore è più grande del mistero della morte». Sopraffatto dall’orrore, Erode ordina ai soldati di uccidere anche Salome.

Dopo il debutto di martedì 20 maggio alle 20:00 (Turno Prime) le repliche di Salome proseguono giovedì 22 maggio ore 18:30 (Turno B); sabato 24 maggio ore 18:30 (Turno Opera); domenica 25 maggio ore 17:30 (Turno D); martedì 27 maggio ore 18:30 (Turno C).

Il 21 maggio alle 17:30 in Sala ONU torna anche l’appuntamento con “Ti racconto l’opera” e con la drammaturga Beatrice Monroy che insieme agli attori Gigi Borruso e Consuelo Lupo approfondirà la lettura del libretto dell’opera. Ingresso 3 euro. Biglietti in biglietteria e online.

– foto ufficio stampa Teatro Massimo –

(ITALPRESS).


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