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L’astronauta di Catania in missione nello spazio
14 Mag 2013 06:43

Ha trascorso 130 ore sott’acqua per prepararsi ad affrontare le due passeggiate spaziali previste nella sua missione, nella quale si prepara a portare nello spazio anche tanta tecnologia italiana all’avanguardia: Luca Parmitano, 36 anni, nato a Paternò (in provincia di Catania) astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e pilota sperimentatore dell’Aeronautica Militare traccia un bilancio positivo del suo lungo addestramento a meno di due settimane dalla missione che dal 28 maggio lo porterà per sei mesi sulla Stazione Spaziale con la missione ‘Volare’, dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Il mio intento è poter fare il massimo” ha detto Parmitano al capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Pasquale Preziosa, nel corso del collegamento con la Sala operativa dell’Aeronautica Militare dalla Città delle Stelle, il centro di addestramento degli astronauti vicino Mosca.

“Il lancio del 28 maggio è una grande emozione per l’Italia e per l’Aeronautica Militare”, ha detto Preziosa. Soddisfatto, l’astronauta, dei risultati del lungo periodo di addestramento, durato quasi tre anni: “gli esami che ho sostenuto nell’ultimo mese sono stati importantissimi. Sono andati tutti bene”.

È stato, ha aggiunto, un addestramento necessario per affrontare i 168 giorni che lo attendono nello spazio.

Tra le sfide più difficili, le passeggiate spaziali: “per prepararmi – ha detto Parmitano – ho trascorso 130 ore sott’acqua, per un totale di 20 immersioni della durata di circa sei ore ciascuna, chiuso in una tuta che è un veicolo a tutti gli effetti, con tanto di computer di bordo, pressurizzazione e perfino dei motori”.

Degli esperimenti che condurrà sulla Stazione Spaziale Parmitano ha citato Green Air, l’esperimento teso a studiare il comportamento di un biocombustibile nello spazio.

“In un momento in cui si parla tanto di economia verde, questo esperimento è l’occasione per portare nello spazio la tecnologia italiana all’avanguardia”, ha osservato Parmitano.

Per il generale Preziosa esperimenti come questo sono “un contributo importante del nostro Paese allo sviluppo“, in vista di “una migliore sostenibilità” e all’insegna di “tecnologie in grado di favorire un’elevata crescita”.


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