Due nomi della ricerca scientifica messinese tra i componenti della rivista internazionale Green Analytical Chemistry. Si chiamano Luigi Mondello e Paola Dugo, e la loro carriera è stata sempre dedicata al Sud e alla sua crescita.
Laureati in Chimica a Messina nel 1991, la carriera di Paola Dugo e Luigi Mondello è iniziata con un periodo di formazione post-laurea all’università di Leeds, Regno Unito. Già allora il loro talento era stato riconosciuto: non sono mancate le proposte di lavoro sia dall’università ospitante che da aziende nazionali e non. Ma la risposta è stata no.
“Abbiamo preferito ritornare in Sicilia e trasferire le competenze che avevamo acquisito nei laboratori dell’università di Leeds – spiegano – applicando le tecniche che avevamo sviluppato a nuove ricerche presso i laboratori di chimica degli alimenti dell’Università di Messina”.
Non è stato né caso né nostalgia di casa. “Sapevamo che questa scelta avrebbe contribuito molto positivamente alla valorizzazione di prodotti strettamente connessi al nostro territorio – ricordano – come ad esempio gli oli essenziali agrumari, il vino e l’olio d’oliva”.
L’esperienza all’estero è stata infatti illuminante: è lì che sia Dugo che Mondello hanno conosciuto le tecniche analitiche allora poco note in Sicilia, e per le quali sono stati più volte riconosciuti a livello internazionale. Ora sono entrambi professori ordinari per l’ateneo messinese: Mondello di Chimica Analitica, Dugo di Chimica degli alimenti.
Lavorare in Sicilia è diventato un modo per fare ricerca sui prodotti locali: “Le tecnologie che sviluppiamo nel nostro laboratorio possono quindi essere applicate, ad esempio, per verificare la qualità dei prodotti agroalimentari siciliani”.
D’altronde il territorio è stata la prima fonte d’ispirazione delle loro ricerche: “Abbiamo iniziato la nostra carriera studiando proprio gli oli essenziali agrumari”. In quel contesto si sono distinti come riferimento scientifico internazionale per lo studio di oli essenziali estratti da piante.
E continuando a prestare attenzione anche alla divulgazione scientifica. “Questo aspetto è forse il più importante del nostro lavoro”, ed ha permesso alla città dello Stretto di collegarsi a tutto il mondo. Una sorta di repubblica delle lettere, anzi, della chimica analitica. Studiosi dei cinque continenti si sono interfacciati con le menti messinesi attraverso scambi in laboratorio e congressi internazionali.
“Siamo riusciti a creare un gruppo di ricerca nutrito”, raccontano. Dallo Stretto sono così nate pubblicazioni su temi sempre più complessi, non più solo nel settore alimentare, ma anche quello clinico.
“Numerosi dei nostri ex studenti lavorano oggi presso aziende, università e centri di ricerca in tutto il mondo. Le reti che si sono formate sono basate su strettissimi rapporti di collaborazione e tutte continuano a coinvolgere chi rimane in Sicilia”, continuano.
Non è però tutto oro quel che luccica. Il ritorno a Messina, città natale di entrambi i ricercatori, è stato spesso corredato da difficoltà. La differenza, in questo caso, sta nel vederle come delle opportunità. “È stimolante portare avanti ricerca scientifica in un contesto in cui tutto è più complicato. Impariamo a fare tutto da soli, l’arte di arrangiarsi diventa una grande risorsa”, confidano. “Anche viaggiare qui in Sicilia rappresenta una sfida e solo grazie ai finanziamenti che riceviamo sulla base delle nostre competenze possiamo garantire un regolare svolgimento delle attività divulgative e di collaborazione in altri paesi”.
Difficile, sì. Ma non impossibile. Tanti i premi e i riconoscimenti, i ruoli in associazioni di settore e nelle pubblicazioni scientifiche. “Tuttavia, riteniamo che il successo più gratificante per noi sia stato quello di riuscire a realizzare una struttura di ricerca con strumentazioni d’avanguardia e un consistente numero di ricercatori interni ed esterni, qui a Messina, sfidando tutte le limitazioni che purtroppo il nostro territorio ancora oggi frappone tra i siciliani e il loro possibile traguardo”.
Luigi Mondello ne sarà il direttore responsabile, mentre Paola Dugo farà parte del comitato editoriale. Green Analytical Chemistry è una rivista che si occupa di sviluppo sostenibile nel settore della chimica analitica. L’obiettivo è quello di proporre metodologie e pratiche coerenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
“Nel campo delle ricerche green siamo stati sviluppatori pionieri di numerose metodiche a basso impatto ambientale molte poi consolidate in vari ambiti di applicazione. Sviluppiamo tecniche mirate al controllo del livello di xenobiotici e altri contaminanti, negli alimenti e nell’ambiente”. Questo il contributo messinese alla rivista, con un occhio all’ambiente e il suo rispetto: “Le nostre pratiche consentono sia una riduzione dell’impatto che le nostre analisi potrebbero avere sull’ambiente in modo diretto, sia a monitorare, attraverso i nostri risultati, la presenza di sostanze indesiderate nei nostri alimenti e nell’ambiente in cui viviamo”.
Perché d’altronde, se si ama il territorio, lo si protegge. Anche quando restarvi rende il proprio sentiero impervio. E concludono: “Non ci siamo mai pentiti di essere rimasti a Messina”.