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Quei cinque studenti di Foggia premiati a Berlino
03 Nov 2013 09:27

Gaetano Pezzicoli ha solo 20 anni ed è il più giovane “presenter” nella storia del Congresso Europeo di Gastroenterologia UEG Week di Berlino. Si tratta di una delle più importanti manifestazioni di settore a livello internazionale che coinvolge i massimi esperti e decine di prestigiose università. Lo studente della Facoltà di Medicina di Foggia ha tenuto una relazione su una ricerca scientifica realizzata insieme a un gruppo di coetanei dello stesso ateneo. Il lavoro è stato accettato al Congresso come “comunicazione orale” regalando all’Università di Foggia e agli stessi studenti una vetrina internazionale di primo piano.

Oltre a Gaetano Pezzicoli, hanno partecipato al progetto anche Antonio Di Virgilio, Domenico Parigino, Francesco Tucci e Aldo Ummarino. Ma oltre alla possibilità di illustrare la ricerca davanti al Congresso Europeo di Gastroenterologia UEG Week di Berlino, i giovani universitari hanno ottenuto anche il premio “Travel Grant”per l’alto contenuto scientifico” e il riconoscimento di “miglior presentazione orale della sessione“.

Un risultato straordinario per questi giovani ricercatori e per la stessa università di Foggia che ha sottoscritto un accordo con l’associazione Agorà di Lesina per valorizzare i talenti locali attraverso esperienze all’estero che possano arricchire anche il territorio

Per il rettore dell’Università di Foggia, Giuliano Volpe, “è il sintomo evidente di un miglioramento nell’attività di reclutamento operata dall’Ateneo negli ultimi anni. Il risultato di grande prestigio ottenuto da questi nostri giovanissimi studenti è la dimostrazione che un percorso di qualità, avviatosi tempo fa grazie all’intuizione del preside della Facoltà di Medicina, il collega Di Biase, di un’importante associazione di cultura biomedica quale Agorà, non può che condurre a risultati di assoluto prestigio per la nostra Università e per il nostro territorio. Sono sicuro – ha concluso – che questi giovanissimi nostri studenti faranno ancora parlare di sé nel mondo scientifico”.


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