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In Sicilia bloccare le nomine dei parenti è “anticostituzionale”
20 Ago 2013 07:59

Carmelo Aronica, prefetto e commissario dello Stato per la Regione Siciliana, ha impugnato davanti alla Corte costituzionale il ddl “Antiparentopoli“, approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana lo scorso lunedì 12 agosto, prima della chiusura per le ferie estive, che introduce cause di incompatibilità e ineleggibilità dei deputati.

Per il commissario dello Stato la norma viola viola gli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione.

La scure del prefetto si è abbattuta soprattutto sulla parte del ddl in cui si estendono le cause di ineleggibilità ed incompatibilità alla carica di deputato regionale ai soci, funzionari e dipendenti delle società e/o degli enti di diritto privato che fruiscono di provvidenze dalla Regione o che siano dalla stessa controllati o vigilati.

Soddisfatto Giorgio Assenza, deputato del Pdl: “Come volevasi dimostrare, la Legge Antiparentopoli, varata non più tardi di una settimana fa e, da me definita, anticostituzionale, demagogica e inutile, è stata impugnata dal Commissario dello Stato”. 

“Evidentemente – ha spiegato l’onorevole – i dubbi espressi in Aula, durante i miei interventi, sulla presunta anticostituzionalità della Legge in questione, si sono rivelati più che fondati, vista la decisione assunta dal Dott. Carmelo Aronica di impugnare la Legge. È nello stile del Governo Crocetta produrre leggi inutili da propagandare sui giornali e sui media nel tentativo di colmare, attraverso la demagogia, l’assoluta incapacità di far fronte ai problemi reali della Sicilia e dei Siciliani; fortunatamente, leggi come queste, nate male e finite peggio, vengono avversate oltre che dal Commissario dello Stato, anche da Deputati, invero pochi, sia di maggioranza che di opposizione, che, vigilano costantemente, talvolta anche in divergenza con i rispettivi gruppi di appartenenza”. 

“Auspico – ha concluso il deputato – che, in futuro, fatti del genere non avvengano più e che si inverta realmente la rotta per cercare di risolvere, da adesso in poi, le questioni vere che stanno a cuore dei siciliani tutti”.

Per il governatore Crocetta, tuttavia, non si è trattata del tutto di una cattiva notizia: “Sono molto soddisfatto per il via libera del commissario dello Stato alla norma che abolisce la tabella H e al ddl sulle incompatibilità, seppure in questo caso il prefetto Aronica abbia sollevato rilievi su alcuni commi, ritenendo troppo generico il riferimento a funzionari o soci. Sarebbe stato meglio chiarire i punti sui quali obietta il commissario, in aula volevamo far approvare un 117 per specificare meglio queste incompatibilità ma le dinamiche parlamentari non ce lo hanno consentito. Comunque, non si tratta di due semplici leggi ma di due vere e proprie riforme“.

Crocetta, infine, non ha escluso una apposita norma per chiarire gli aspetti dei tre commi del ddl impugnati dal commissario dello Stato: “Non me la sento di aspettare il pronunciamento della Consulta. O si pubblica la legge senza le parti impugnate oppure all’Ars presenteremo una norma per chiarire gli aspetti del ddl ritenuti troppo generici dal commissario tanto da obbligarlo a impugnare tre commi della legge, la cui impalcatura ha retto”.


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