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Sostituire il lavoro nero con quello regolare per la raccolta del pomodoro. In Puglia si può
18 Lug 2014 07:07

In questi processi è sempre così. C’è sempre il punto in mezzo al guado in cui si rischia di più. Questo è il momento di raccogliere tutte le energie. E di esercitare l’ultima spinta. Il primo campo è pronto. Le associazioni di volontariato sono state selezionate attraverso un avviso pubblico.

La Protezione Civile è già attiva. Si parte. Il 16. Intanto la campagna di raccolta del pomodoro è in ritardo di una quindicina di giorni, a causa dell’estate poco calda ancora. E la partita si gioca nei campi.

Sostituire il lavoro nero con quello regolare e i caporali con le liste di prenotazione. C’è uno stallo. Le imprese hanno qualche timore di troppo. E allora di corsa in missione a Foggia.

Negoziamo l’ultima versione per il disciplinare che regola la concessione del bollino etico “equapulia” insieme alle associazioni datoriali (finalmente c’è anche la Coldiretti e noi siamo contenti) e i sindacati di categoria.

Bella riunione, efficace e franca. Limiamo il testo e fughiamo tutti i fantasmi. Il bollino sarà riconosciuto a tutte le aziende che hanno solo lavoratori regolari e che si impegnano ad assumere attraverso le liste di prenotazione.

Soglia bassa, bassissima ma serve per tracciare una prima linea di demarcazione: chi sta di qui e chi di li, dentro le regole o fuori da ogni regola. E la regola qui significa rispetto della dignità e delle condizioni di lavoro. E una paga giusta. Una cosa troppo semplice per essere ingoiata.

Delibera pronta, tra oggi e domani l’approviamo in giunta. E poi via. Sembrava una tela di Penelope e invece ci siamo. Tappa anche a Futuragri. Una bella storia di un’azienda di trasformazione nata dall’impulso di una serie di produttori e finanziata dalla Regione.

Invece che svendere i loro pomodori, hanno deciso di metterseli in scatola. Molta attenzione alla qualità, ora anche alla eticità, investimento forte sull’esportazione verso mercati esteri. Giappone innanzitutto, poi Stati Uniti.

Bello pensare che il pomodoroRosso Gragnano” possa tra qualche settimana andarsene in giro per il mondo col messaggio “no lavoro nero“… Di fronte, nella zona industriale di Foggia, c’è la Princes, una delle più grandi aziende di trasformazione del paese. Nicchia ancora.

Ieri si sono fatti sentire: non riescono a controllare tutti i produttori, sono troppi. Bene allora si facessero firmare dai produttori l’atto d’impegno del disciplinare etico e ci fornissero l’elenco delle aziende conferenti, in modo da esercitare controlli. Tracciare il prodotto, da dove viene e da chi. Ora vediamo se fanno sul serio.

Intanto ci cercano altri. La rete dei supermercati Megamark (Famila, Doc, ecc.), Granoro, un contatto con Mutti e con Doria. Significa che c’è molta sensibilità, significa che il bollino può generare valore aggiunto. E fa piacere che anche in giro per l’Italia si parli di Equapulia e del piano “Capo free”. Ce la stiamo mettendo tutta. Qualcosa dovrà accadere.

L’inizio di un cambiamento profondo che non riguarda solo le condizioni di vita dei migranti, ma la nostra cultura diffusa e una forma ormai marcia di economia della terra. Un inizio che può portare lontano. La Capitanata lo merita.


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