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Armando Izzo, la storia che ci piace raccontare
23 Mag 2016 19:57

Appena due giorni fa su Resto Al Sud avevamo deciso di dedicare un pezzo a una bella storia che ha per protagonista un giovane giocatore di calcio, napoletano di Scampia, uno dei quartieri più noti d’Italia per le sue risapute difficoltà sociali, ad alto tasso di camorra.

Sì, stiamo parlando di Armando Izzo, 24 anni, che ha cominciato a fare sul serio con un palla davanti a sé nel 2005 con l’ARCI Scampia e successivamente con le giovanili del Napoli, fino all’inizio di una carriera professionistica che lo ha portato a Trieste, ad Avellino e oggi al Genoa.

Un percorso coronato di recente dalla convocazione in Nazionale in vista di Euro 2016.

Ne volevamo parlare perché ci ha colpiti la storia che abbiamo letto su FanPage.it, dove Armando ricorda il papà, Enzo, morto quando lui aveva 10 anni: “Era fissato con il calcio, il suo sogno era vedermi in campo al San Paolo con la maglia del Napoli e così mi portò alla scuola calcio”.

Per di più, il ragazzo di Scampia ha spiegato di essersi tenuto lontano dalle situazioni pericolose per due motivi “per mia madre e per il calcio”, così da potere realizzare un sogno a due teste: una vita dignitosa per la sua famiglia (Armando ha tre fratelli) e la carriera nel calcio che tutti i bambini sognano quando prendono a piedate un pallone per strada.

Eppure oggi, ecco la mazzata. La Gazzetta dello Sport titola: “Partite truccate in B, 10 arresti. Indagato anche il genoano Izzo”.

Sì, proprio lui, il calciatore di Scampia a cui avremmo voluto dedicare un post per esaltare la sua forza di volontà e il suo conseguente successo, accusato adesso “di partecipazione esterna ad associazione mafiosa”.

Alla luce di questa notizia, avremmo potuto scartare la nostra voglia di parlare di Armando perché, se gli inquirenti avessero ragione, ci troveremmo di fronte a una storiaccia ma non ce l’abbiamo fatta, in quanto è più forte in noi il senso di bellezza che emana un’avventura che parte da Scampia per arrivare in chissà in quale campo di calcio.

La prova che qualsiasi sogno si può realizzare, anche quello di un bambino che prende a calci un pallone di carta in un pianerottolo di uno dei piani de Le Vele, usando come porta i vani di due ascensori mai funzionanti.

Quindi, in fin dei conti, abbiamo lo stesso parlato di lui.


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