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Era in affari con la mafia la società che fornì gli isolatori sismici per le case del terremoto dell’Aquila
10 Ott 2013 09:32

L’amministratore delegato della Fip di Padova, Mauro Scaramuzza, e Gioacchino Francesco La Rocca, figlio del capomafia detenuto ‘Ciccio‘, sono stati arrestati dai Carabinieri, assieme ad altri tre indagati, nell’ambito di un’inchiesta su un appalto pubblico da 140 milioni di euro per la ‘variante’ Caltagirone.

Nei loro confronti i militari dell’Arma hanno eseguito un ordine restrittivo del gip su richiesta della Dda della Procura di Catania, che ipotizza, a vario titolo, i reati di di associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni e concorso esterno in associazione mafiosa.

Dalle indagini dei carabinieri sarebbe emerso l’interesse della storica ‘famiglia‘ mafiosa di Caltagirone dei La Rocca, legata a Cosa nostra, nell’esecuzione dei lavori. Secondo l’accusa, la cosca avrebbe agito affinché venissero dati in subappalto a ditte direttamente controllate dal clan con contratti artificiosamente frazionati in modo da eludere la normativa antimafia, percependo così un indebito profitto mediante l’ottenimento di finanziamenti pubblici.

Tra gli arrestati c’è Scaramuzza, ad della Fip di Padova, impresa di rilevanza internazionale, aggiudicataria dell’appalto (insieme alle societa’ L&C unite in associazione temporanea di imprese) che secondo la Procura era “consapevole di apportare il contributo al clan La Rocca“.

Nel corso dell’operazione i carabinieri hanno sottoposto a sequestro preventivo due società. Lo stesso Scaramuzza è indagato a L’Aquila per frode nella fornitura degli isolatori sismici del progetto C.a.s.e. ( 5 mila appartamenti costruiti dal Governo Berlusconi dopo il sisma).

 


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