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“Ho un tumore, in Norvegia potrei sopravvivere di più”: campagna shock dei medici di Napoli e Bari
07 Mar 2016 18:38

Ho un tumore, in Norvegia potrei sopravvivere di più“.

È questo il titolo della campagna shock lanciata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e odontoiatri di Napoli e Bari per accendere i riflettori sui tagli alla Sanità, rafforzata dalla considerazione che “la sopravvivenza cresce nei paesi che investono” e dall’immagine di una donna provata dalla chemioterapia.

Presentando la campagna, i medici hanno sottolineato che “ormai i sistemi regionali hanno determinato diseguaglianze fra i cittadini per ciò che concerne l’accesso alle cure. Proprio Puglia e Campania sono fra le regioni che soffrono il minore finanziamento e chiedono a gran voce maggiore equità territoriale in Sanità”.

Inoltre, come affermato da Silvestro Scotti,  leader dei camici bianchi napoletani, “la cifra stanziata dal Governo per la Sanità mostra una fotografia chiara, ovvero non riusciamo a tenere il passo con altre regioni d’Italia, tanto meno dell’Europa”.

Duro il commento, poi, del blog sicilianista ‘I Nuovi Vespri‘, dove si legge “la Sicilia potrebbe fare squadra con la Puglia e la Campania: in quanto a tagli alla sanità pubblica, non è da meno. In totale, negli ultimi 3 anni, l’Italia ha tagliato circa 10 miliardi di euro alla sanità pubblica che potrebbero arrivare a 15 nel 2019. Nessuna spending review, si sono tagliati i servizi ai cittadini. Quello che è ancora più sconcertante è che a soffrirne, come denunciano i medici di Napoli e Bari, sia stato soprattutto il Sud, dove, evidentemente, per lo Stato italiano vivono cittadini i serie C…“.

Citando, infatti, il solo esempio pugliese, la spesa sanitaria nel 2014 è stata di 7,1 miliardi di euro, mentre a parità di popolazione una Regione come l’Emilia Romagna ne ha spesi 8,7 miliardi.

Cosa chiedono i medici?

Lo ha spiegato chiaramente Filippo Anelli, presidente dei medici di Bari: “Il Piano di rientro prima, la nuova legge di stabilità ora stanno comprimendo costantemente le risorse investite in Sanità e penalizzando soprattutto regioni del sud come la Puglia. Esiste una correlazione diretta tra povertà e malattia. Tutte le statistiche lo dicono. Se continuiamo a effettuare tagli al sistema sanitario nazionale, non solo avremo una Sanità in cui chi può pagare si può curare e chi non se lo può permettere rinuncerà alle cure, ma potremo fare meno prevenzione e avremo nel complesso una popolazione con un’incidenza maggiore di malattie. Come Ordine chiediamo che sia applicato l’art. 3 della Costituzione italiana, secondo cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano l’eguaglianza dei cittadini”.


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