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Il commando che ha assalito Ciro scrisse lo striscione “Napoletano infame”
23 Mag 2014 08:22

E’ ad un svolta l’indagine della procura di Roma che sta cercando di dare un nome al commando che la sera della finale di Coppa Italia fu protagonista, assieme a Daniele De Santis, di un agguato ad alcuni tifosi del Napoli. Quattro persone, tutte vestite di nero e con in dosso il casco, che riuscirono a scappare pochi istanti prima che De Santis fosse raggiunto dai supporter napoletani che era stati fatti oggetto di lancio di fumogeni e oggetti.

Per chi indaga l’identificazione potrebbe essere questione di ore e fattore determinate è rappresentato dagli striscioni comparsi in curva sud durante la partita tra Roma e Juve, l’11 maggio scorso, a sostegno di “Gastone”, così è chiamato De Santis dagli amici, e contro il supertestimone napoletano che ha raccontato agli inquirenti cosa avvenuto nella zona di Tor di Quinto arrivando ad individuare in De Santis l’autore degli spari che raggiunsero tre tifosi napoletani. Per questo il teste, minacciato dallo striscione che recitava “Napoletano infame”, sarà sentito in sede di incidente probatorio per cristallizzare l’accusa.

Dal lavoro svolto dalla Digos anche su alcune frange di ultrà, alcune di estrema destra, si starebbe risalendo agli autori del raid. Chi indaga non esclude che gli componenti del commando abbiamo tenuto gli striscioni in solidarietà con l’ex ultrà (“De Santis Libero”) e che prendevano di mira anche l’unico teste che è riuscito a fornire ai magistrati di piazzale Clodio ovvero una ricostruzione dettagliata degli scontri, della colluttazione e degli spari che, a suo dire, sarebbero partiti da una pistola tenuta in pugno da De Santis.

Anche per questo i pm Eugenio Albamonte e Antonio Di Maio, titolari delle indagini, nel chiedere l’incidente probatorio sull’arma utilizzata hanno anche sollecitato l’audizione del teste. Al momento il gip Giacomo Ebener deve ancora fissare una data per l’atto istruttorio irripetibile. L’incidente probatorio ha come obiettivo quello di chiarire chi abbia utlizzato l’arma poi trovata nel giardino del circolo Ciak, a pochi metri da De Santis.

Verranno svolti analisi sulle impronte digitali, su eventuali tracce biologiche e di polvere da sparo e sulla provenienza dell’arma, una 7,65, che aveva la matricola abrasa. In procura, infine, negano che la scintilla che ha scatenato la provocazione ai bus dei tifosi del Napoli sia scaturita da una conoscenza di De Santis con il gruppo di supporter presi di mira. Intanto nuovo intervento per Ciro Esposito, uno dei tre tifosi azzurri raggiunti dagli spari e il più grave dei tre: al Gemelli, dove è ricoverato, è stato operato al polmone.


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